Corriere di Bologna

«Ha fatto bene a parlare ma io non gli credo più»

- Francesca Blesio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ilaria Giorgetti, come giudica lo sfogo di Virginio Merola in merito alle illazioni sul proprio conto?

«Sapevo delle voci che giravano, ma pensavo e penso che siano affari suoi. Io posso dire che non l’ho mai visto ebbro e che non ho mai creduto a quelle voci. Al suo posto anche io avrei fatto chiarezza pubblicame­nte. Però mi chiedo perché non lo abbia fatto prima. Pur essendo distante politicame­nte da lui, con Merola ho sempre lavorato bene. E credevo che avesse anche un lato umano, che fosse sensibile e che avesse un cuore: insomma, lo ritenevo una persona vera. Ora non lo penso più».

Perché?

«Perché con Riccardo Malagoli, suo fedelissim­o, suo amico, un bravo assessore, tra l’altro, ha avuto un comportame­nto ascrivibil­e solo a una persona che non sa cosa voglia dire l’amicizia».

Si riferisce al rimpasto di giunta?

«Sì, da allora a Merola non credo più. Non credo alle sue lacrime. Sono lacrime di coccodrill­o. La vicenda di Malagoli, di come lo ha tagliato, mi ha profondame­nte turbata. Se anche per ragioni politiche devi “far fuori” un assessore puoi farlo in maniera diversa, non com’è accaduto. Lo convochi, ci parli: c’è modo e modo di comportars­i. Quello di Merola è stato allucinant­e».

A lei, personalme­nte, è successo altro per farle dire tutto questo?

«No, ma a Malagoli sì. E mi basta. Questa umanità che credevo Virginio avesse secondo me non ce l’ha. Pensavo di avere un amico, sebbene avversario, ma non ce l’ho».

Tornando allo sfogo di martedì sera, se le voci avessero riguardato lei, avrebbe spostato la questione dall’agenda privata a quella politica?

«Certo. Siamo essere umani, ha fatto bene a dirlo. Se ti attaccano è giusto che ti difendi. Su questo aspetto non ho nulla da eccepire: se ha sentito di voler esprimere il proprio malessere e mettere al corrente il pubblico del problema che lo ha coinvolto, ha fatto bene a farlo. Se lo ha fatto solo adesso ci sarà un motivo, quale non lo so».

” Sapevo che giravano quelle voci, posso dire di non averlo mai visto ebbro e di non averci mai creduto

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