Corriere di Bologna

«Bologna, cresci senza arroccarti Inzaghi maniacale. E ci sa fare»

Donati: «L’Atalanta è pericolosa ma con il Sassuolo si è visto un migliorame­nto»

- Alessandro Mossini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Massimo Donati, ha commentato per Dazn SassuoloBo­logna. Che impression­e ha avuto sui rossoblù?

«Positiva. Per lunghi tratti della partita il Bologna ha fatto qualcosa di diverso dalle sue abitudini: è una squadra pratica, che non bada molto al gioco, ma contro il Sassuolo andava spesso a operare un pressing alto per recuperare palla, anziché chiudersi».

Un effetto del cambio di modulo?

«Sicurament­e il 4-3-3 è andato bene: contro il Sassuolo non è facile trovare le distanze giuste. Il Bologna è stato positivo e propositiv­o ma nel finale ha commesso un errore».

Quale?

«A troppi minuti dal termine ha inserito giocatori difensivi, dando la sensazione di aver paura. Si è messo dietro, coprendosi, e alla fine ha subito il pari rischiando anche di perderla: arroccarsi a 4-5 minuti dalla fine ci sta, a 20 minuti dalla fine è lunga. Però non toglie nulla alla buona prestazion­e di Inzaghi e del Bologna: prima del Milan il Sassuolo in casa le aveva vinte tutte».

C’è qualche rossoblù che l’ha colpita?

«Dico un nome banale: Palacio. Ha saltato sei gare e a Reggio Emilia si è vista la sua importanza: tecnicamen­te e tatticamen­te è superiore ma si sacrifica anche tanto, al fianco di un altro attaccante che si sbatte come Santander. Il Bologna non è male: nelle prime giornate ha subito tanto e forse sta mancando quella scintilla per svoltare che poteva arrivare contro il Sassuolo: fino al rigore stava chiudendo bene gli spazi».

Nel 2001/02 al Milan ha giocato con Inzaghi. Se lo aspettava allenatore?

«Arrivammo insieme, eravamo giovanissi­mi quindi era difficile avere sensazioni di quel tipo. Di certo apprezzo tantissimo la sua cura della fase difensiva, il lavoro che ha fatto a Venezia parla per lui: è curioso che un bomber come lui ora sia così attento a non prenderle, ma dal campo alla panchina cambia tutto».

Già in quella stagione andava avanti a bresaola?

«Sì, ha sempre basato tanto sull’alimentazi­one e ha fatto bene: è fondamenta­le nel corso di una carriera. In fondo è il primo testimonia­l per i suoi giocatori: la dieta e la cura del fisico nel suo caso hanno portato risultati straordina­ri».

Domenica ci sarà Bologna-Atalanta. I nerazzurri sono in ripresa?

«Già a inizio stagione l’Atalanta aveva fatto buonissime partite, ma gli è girata male. Mancavano i gol, rispetto a quanto creato, e i risultati: ora sono arrivati entrambi e il Bologna dovrà stare attento, l’Atalanta è pericolosa».

Lei è cresciuto nell’Atalanta, ma è stato mai vicino al Bologna?

«Vicino no, ma se n’era parlato in due occasioni. Magari verrò a Bologna in futuro come allenatore».

Studia da tecnico?

«Vivo in Scozia e vorrei iniziare qui la mia esperienza da allenatore. Ho il patentino Uefa A, poi farò il Master. Intanto sto vedendo molte partite e mi diverto come commentato­re».

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