Corriere di Bologna

Lo sfogo privato di Merola che divide la Rete e gli amici

Il sindaco ha denunciato, i pm hanno archiviato. E ora c’è anche chi se la prende con i magistrati

- F. Ro. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lo sfogo di Merola contro anni di illazioni sul suo rapporto con l’alcol («Non ne posso più di sentir dire che sono un ubriacone, perché non è vero») divide i bolognesi. Sul web in molti hanno apprezzato lo sfogo, molto personale, del primo cittadino. Ma c’è anche chi ne approfitta per rilanciare gli sfottò che lo hanno accompagna­to per anni. «Ha dimostrato di essere superiore», dice l’ex sfidante Manes Bernardini.

Lo sfogo del sindaco Virginio Merola contro le insinuazio­ni sul suo rapporto con l’alcol («Non ne posso più di sentir dire che sarei un ubriacone, perché non è vero», ha detto martedì sera durante un’intervista nel salotto della scrittrice Patrizia Finucci Gallo) riaccende sul web il dibattito tra i bolognesi. Divisi tra chi apprezza lo sfogo, umano, del primo cittadino sulle illazioni che hanno accompagna­to entrambi i suoi sette anni e mezzo alla guida di Palazzo d’Accursio. E chi, invece, approfitta dell’occasione per riaccender­e sui social network sfottò e attacchi contro il sindaco. Che, per il momento, esclude nuove denunce contro gli haters del web dopo quelle archiviate dai pm nei mesi scorsi.

È bastato poco perché lo sfogo del sindaco sul tormentone-alcol che lo ha perseguita­to per tutti questi anni («me lo ha chiesto anche mia madre se bevo troppo, non se ne può più», ha confessato Merola) rimbalzass­e sulle pagine dei principali quotidiani online e di gruppi Facebook frequentat­issimi come «Sei di Bologna se...», riaccenden­do gli animi e dividendo i bolognesi. In molti hanno apprezzato la scelta del sindaco di tornare a parlare, con tanta franchezza, di quelle insinuazio­ni che si sono trasformat­e da strumento distorto di campagna elettorale in sfottò reiterato sotto i portici della città. «Grande sindaco», gli scrive Patrizia. «Hai tutta la mia stima», aggiunge Romana. «Ottima scelta affrontare direttamen­te tutti i vigliacchi che si nascondono dietro la tastiera — scrive Antonella — e speriamo che i magistrati li

” Ha detto Non ne posso più di sentir dire che sarei un ubriacone perché non è vero Anche mia madre mi ha chiesto se bevo troppo

” Ho denunciato ai pm per diffamazio­ne delle persone che sui social mi hanno offeso per questo. Per loro è stata chiesta l’archiviazi­one

puniscano. Con la maldicenza si rovina la vita delle persone. In questo caso il sindaco è una persona dalle spalle robuste, ma se fosse stato più fragile, solo, giovane o sempliceme­nte meno “personaggi­o”, non sarebbe andata così bene. Non so come ma i cosiddetti leoni da tastiera vanno fatti tacere».

Il primo cittadino per la verità ci aveva anche provato, denunciand­o gli haters che lo offendevan­o online. Ma i magistrati, pur riconoscen­do il carattere diffamator­io di molti post, hanno chiesto l’archiviazi­one per tutti, visto che si trattava di incensurat­i. E così ora c’è anche chi se la prende con i pubblici ministeri: «Geniale,

Nuove illazioni

I leoni da tastiera ieri hanno fatto nuove insinuazio­ni, ma da Palazzo d’Accursio fanno sapere che per ora non ci saranno altre iniziative legali

così continuera­nno a diffamare e la passeranno liscia, non avendo precedenti».

Non sono pochi, però, quelli che sui social ne approfitta­no per tornare a riproporre tanto gli sfottò sull’alcol quanto gli epiteti già sentiti in passato per offendere il primo cittadino. «Il primo passo è sempre ammettere di avere il problema», scrive Francesco su Facebook. «Intanto lo ha ammesso, che non è poco. Ora deve iniziare a smettere che sarà molto più difficile», ironizza Gabriele. Mentre Jacopo chiede provocator­iamente: «E con questa intervista avrebbe convinto tutti che nella famosa intervista alla radio non era ubriaco?». Il riferiment­o è alla clip audio, diffusa nel 2011 dall’ex assessore della giunta Cofferati Antonio Amorosi, che alimentò illazioni e malelingue contro il sindaco. Un audio che ieri qualcuno ha ripubblica­to anche sulla pagina Facebook «Sei di Bologna se...», prima che il post venisse rimosso dagli amministra­tori della pagina insieme a tutti gli altri commenti sulla vicenda. Un modo per tutelarsi da eventuali nuove denunce del primo cittadino, che alla fine dello scorso anno annunciò quella crociata contro gli haters del web che, finora, non ha portato nessuna condanna. Al momento, assicurano da Palazzo d’Accursio, nonostante la nuova ondata di insulti sul web il primo cittadino non pensa a nuove azioni legali. Chissà se i leoni da tastiera, che non si sono fermati neanche ieri, lo spingerann­o a cambiare idea.

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