Una vittoria in trasferta 11 mesi dopo l’ultima
Match salvezza La danza di Cacciatore, Verdi, Destro: il Bologna non vince fuori dal 22 dicembre 2017 Si riparte dal Bentegodi: un successo in trasferta per cambiare la classifica e fare un salto in zona salvezza
Da Verona a Verona, dal Chievo al Chievo. 325 giorni dopo, domenica il Bologna tornerà al Bentegodi dove ha conquistato l’ultima sua vittoria in trasferta: era il 22 dicembre 2017 e al termine di una partita pazza i rossoblù vinsero 3-2. Da allora le gioie on the road sono finite e per tutto il 2018 il Bologna non ha mai conquistato i tre punti lontano dal Dall’Ara: quindici partite in trasferta, quattro pareggi e undici sconfitte con 6 gol segnati e 23 reti incassate. Un bilancio pesantemente negativo che va per due terzi a carico di Roberto Donadoni (10 trasferte, due punti, 4 gol fatti e 16 subiti) e per un terzo di Filippo Inzaghi, che fin qui ha racimolato due punti in cinque partite lontano da Bologna, con due gol all’attivo (quelli realizzati su palla inattiva sul campo del Sassuolo) e sette al passivo. Delle quindici trasferte senza vittoria probabilmente l’ultima al Mapei Stadium è stata la più convincente e quella in cui il Bologna ha davvero sfiorato il colpo, svanito solo al minuto 85, e a Verona dovrà essere completata l’opera conquistando tre punti che potrebbero valere una stagione intera. Ripensando all’ultimo incrocio tra Chievo e Bologna, a Casteldebole si può abbozzare un mezzo sorriso: quel 2-3 fu particolarmente rocambolesco e spinse i rossoblù a ben 24 punti a una giornata dal termine del girone d’andata. Aprì le marcature Destro inzuccando un corner di Verdi, pareggiò i conti Inglese, poi Verdi segnò il 2-1 a inizio ripresa ma il Chievo pareggiò (con il Bologna in dieci per l’espulsione di Poli) con il gol di Cacciatore, con balletto annesso. Una danza della sfortuna, dato che al 90’ proprio Cacciatore scivolò fantozzianamente spianando la strada a Destro per il 3-2 finale: sembra passata un’era geologica da allora e non solo perché tanti protagonisti, a partire dai due allenatori sulle panchine — da Maran e Donadoni a Ventura e Inzaghi, con l’interregno clivense di D’Anna — sono cambiati. Quel Bologna da 24 punti in 18 giornate sembrava poter sognare e realizzare finalmente la crescita ipotizzata, poi arrivò il Verdigate di gennaio (Saputo pochi giorni prima della gara del Bentegodi gli aveva sostanzialmente messo il cartellino del prezzo al collo) e soprattutto ci fu il tremendo calo del girone di ritorno. Rispetto alla gara di 325 giorni fa non ci sarà l’involontario protagonista Cacciatore — ancora al Chievo, ma infortunato — però, curiosamente, anche stavolta il Bologna dovrebbe vestire la terza maglia facendo esordire al Bentegodi la divisa blu scuro di questa stagione. Di contro non è che al Chievo i sorrisi siano di casa, anzi: i «mussi volanti» non vincono al Bentegodi dal 20 maggio (1-0 al già retrocesso Benevento firmato Inglese, che valse a D’Anna la salvezza) e non hanno altro risultato rispetto ai tre punti vista la situazione disperata di classifica e le sette sconfitte consecutive incassate, con Ventura che si gioca già tanto se non tutto. Inzaghi e il Bologna non sono con le spalle al muro, ma anche la situazione rossoblù rende un eventuale pareggio in casa Chievo una mezza sconfitta, anche rispetto alle dirette rivali: ecco perché, quasi undici mesi dopo, servirà un altro colpaccio al Bentegodi.