Crescono gli occupati e pure i precari
Il tempo indeterminato non va più «di moda». O forse non lo è mai stato. Ma, secondo i datio diffusi dalla Cisl, In Emilia-Romagna cala, sì, la disoccupazione ma i posti di lavoro sono sempre più precari. A tempo determinato, o «somministrati», e cioè presi incarico da un’agenzia.
La precarietà tocca anche a chi non è più giovanissimo. Leggendo le stime del sindacato si evince che a giugno di quest’anno coloro che erano in cerca di occupazione su tutto il territorio erano, in termini assoluti 131.000: il 4,35% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Il calo, tra l’altro, riguarda però solo la popolazione maschile. La riduzione di uomini tra gli iscritti nelle liste di collocamento è pari infatti all’11,12%. Il dato femminile, invece, resta pressoché invariato.
Guardando alla distribuzione geografia, Bologna, Modena e Ferrara, in base allo stesso report elaborato dalla Cisl, sono le province che hanno l’incidenza più alta di persone in cerca di lavoro rispetto al campione complessivo regionale. A Bologna in particolare ha una media nell’ultimo triennio di 29.000 aspiranti lavoratori, poco meno del 20% della media regionale.
Il di tasso di disoccupazione in Emilia-Romagna, cala anche di un punto negli ultimi due trimestri rispetto alla media del triennio 2015-2017, portandosi dal 7,1% al 6,2%. E solo parzialmente, in linea con quanto si è calcolato prim, ne beneficiano i più giovani. Nella fascia d’età 2534 anni infatti il tasso di disoccupazione media in regione (triennio 2015-2017) è del 9%, con punte del 14% a Ferrara e di oltre il 10% a Ravenna. Molto meglio invece Reggio Emilia dove i giovani senza lavoro sono il 5%. Ma le difficoltà sono anche per gli over 50 rimasti tagliati fuori dal mercato del lavoro, una fascia per la quale il tasso di disoccupazione galleggia attorno al 4%, che non sembra preoccupante ma resta comunque il doppio rispetto agli anni pre-crisi.
Passando alle tipologie contrattuali delle nuove assunzioni, nella fascia 30-49 anni cala rispetto agli anni precedenti la percentuale dei contratti a tempo indeterminato: si è passati progressivamente dal 28,7% del 2015 al 19,6% del 2016, al 15% del 2017 fino al 14,6% di quest’anno. Nel 2018 sono il 38% i contratti a termine e il 21,5% le assunzioni con contratti di somministrazione.
I neet, i ragazzi tra i 18 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, sono in regione 90.000, un dato in lenta erosione rispetto ai valori oltre ai 100.000 degli anni precedenti.