Prati, lo stallo continua Comune e comitato restano in trincea
Il braccio di ferro continua. Nel secondo giorno d’istruttoria sui Prati di Caprara nulla cambia: le posizioni del Comune e del Comitato rimangono le stesse. Palazzo d’Accursio, coi suoi dirigenti, conferma le previsioni urbanistiche previste nel Poc, così come le modalità di bonifica già effettuata nei 2 ettari dove sorgerà una scuola come ha spiegato Claudio Savoia del settore Ambiente del Comune (di fatto l’area è stata rasa al suolo con l’abbattimento degli alberi presenti); il Comitato invece continua a chiedere un grande parco urbano, bonificato ma senza abbattimenti e scavi profondi, con la direttrice di Arpa, Maria Adelaide Corvaglia, che assicura «metodi meno invasivi possibile, non è detto che si debba sempre scavare», non vuole altra cementificazione, e quindi un nuovo Poc, posizione condivisa anche dalla Cgil, «serve un modello di sviluppo diverso da quello seguito fino a oggi».
La questione è tutta politica. Per cambiare il Poc e annullare la valorizzazione prevista (milioni di euro) si devono rivedere gli accordi col Demanio. «Revisione assai difficile», dice secco Francesco Evangelisti, architetto direttore del settore Piani e progetti urbanistici, «si può eccome», ribatte Piero Cavalcoli, architetto ex dirigente della Provincia (si occupò del progetto del Passante Nord). Al netto di questo punto, il dibattito è avanzato con toni civili, in un’alternanza di perizie e valutazioni tecniche, ma da trincea: fermi nel proprio fossato. In quei 13 ettari di fascia boscata (gli altri 7 ettari di verde sono intorno agli edifici previsti dal Poc) «pianteremo 3.500 nuovi alberi, scegliendo quelli che riescono a contrastare meglio la CO2», assicura Roberto Diolaiti, direttore del settore Ambiente e verde, «altre
La Cgil chiede un modello di sviluppo diverso, e anche i nudisti si fanno avanti
1.000 piante potranno essere quelli dei vialetti e delle zone adibite a giardino». Insoddisfatti di questa soluzione Claudio Delucca, presidente di Legambiente Bologna, Giovanni Trentanovi, dottore forestale, che cita un’area di Berlino restituita zona dopo zona ai cittadini senza alcuna ulteriore costruzione, e naturalmente bocciata dal Comitato che è convinto di poter salvare tutti e 47 ettari al netto del costruito esistente. C’è pure chi rivendica uno scampolo di parco per «consentire alle persone di esporsi completamente», come l’associazione naturisti dell’Emilia-Romagna. Oggi a partire dalle 9.30 ultima seduta con 24 iscritti a parlare e conclusioni affidata all’assessore all’Urbanistica e Ambiente Valentina Orioli e alla presidente del Consiglio comunale Luisa Guidone.
” Diolaiti Pianteremo 3.500 nuovi alberi, sceglieremo quelli che riescono a contrastare meglio la CO2
” Cavalcoli Si può e si deve cambiare il Poc, così come si possono rivedere gli accordi con il Demanio