Corriere di Bologna

Il Bologna a Verona per i tre punti

Inzaghi alla vigilia della gara con il Chievo: «I tre punti sarebbero fondamenta­li per chiudere il cerchio e affrontare la sosta con più serenità»

- di Alessandro Mossini

Non chiamatela ultima spiaggia. Non per il Bologna, almeno. L’odierna sfida sul campo del Chievo resta delicata, specie in una giornata in cui si affrontano anche Empoli e Udinese nei bassifondi della classifica, ma Filippo Inzaghi sposta la pressione in casa veronese, visti i 10 punti da recuperare per i gialloblù di Ventura. «A 26 giornate dalla fine non c’è nulla di decisivo per noi — sottolinea — mentre lo è per i nostri avversari. Noi non siamo all’ultima spiaggia, cosa comporterà esserlo per loro non lo so». Questo però non vuol dire che i tre punti non siano fondamenta­li per il Bologna, anzi. La gara del Bentegodi è una di quelle da vincere e il tecnico del Bologna non si nasconde: «I tre punti contano e dopo le ultime due partite in cui dovevamo portare a casa quattro punti e ne abbiamo raccolto solo uno sarebbero fondamenta­li per chiudere il cerchio e affrontare la sosta con più serenità. Chi mi conosce sa che gioco ogni gara per vincere, io guardo anche le prestazion­i ma all’esterno contano i tre punti, la squadra ne ha bisogno e anche la classifica». Inzaghi dal canto suo batte più volte sul tasto di un Bologna che ha raccolto meno dei propri meriti, distribuen­do carezze al suo gruppo nel nome di quella positività che è ormai un mantra a Casteldebo­le. «Ora non ci sta andando bene nulla — spiega Superpippo — però non credo a fortuna e sfortuna: sono realista, se devo essere cattivo con i miei giocatori lo sono ma fin qui non hanno meritato che lo fossi. Visto che siete molto attenti ai dati, l’Atalanta nelle due gare prima di noi ha avuto 20 occasioni da gol, con noi due». Le statistich­e di Lega Calcio ne riportano sette, ma

Le motivazion­i Chi mi conosce sa bene che gioco ogni partita per farcela, all’esterno contano i tre punti: la squadra ne ha bisogno

tant’è. L’abitudine rossoblù a vedere il bicchiere mezzo pieno è ormai nota, ma sull’onda delle ultime gare il tecnico manda messaggi positivi: «La squadra è in crescita costante quindi sono sereno, tranquillo e fiducioso. Ho fatto rivedere alla squadra la partita contro l’Atalanta per mostrargli ciò che hanno fatto, sono ancora più convinto della grande gara che abbiamo disputato, con un primo tempo straordina­rio. Spirito e voglia ci sono, siamo sulla strada giusta». Anche per questo Inzaghi bolla come «prematuro» ogni discorso di mercato, aspettando il rientro di Donsah: ieri il ghanese ha giocato 90 minuti con la Primavera vittoriosa 2-1 sul Cittadella, per recuperare condizione. «È fondamenta­le per il mio gioco — evidenzia Inzaghi — ma sente ancora qualche dolore a calciare, il suo infortunio è complicato anche dal punto di vista psicologic­o. Dopo la sosta riavrò tutti». Intanto l’allenatore si coccola quelli che ha dispensand­o compliment­i, da Palacio («Contro l’Atalanta, pur non essendo straripant­e, ha generato il primo gol e ne ha sfiorati due») a Falcinelli passando per Destro («fa allenament­i fantastici»). Parole buone l’allenatore rossoblù ne ha anche per il collega Ventura, sottolinea­ndo che è «un ottimo allenatore che lavora molto sui piazzati e per noi giovani tecnici è sempre stato uno da seguire», ma senza consegnarg­li nessun vantaggio tattico: il modulo che userà oggi il Bologna resta ammantato di mistero. Un po’ per pretattica e un po’ per le assenze dell’ultima ora che hanno acuito i dubbi di Inzaghi: il 3-5-2 rimane l’assetto favorito ma ieri nella rifinitura Dijks, dopo un’intera settimana in gruppo, ha avvertito un nuovo dolore al muscolo che lo aveva costretto a tre gare di stop. L’olandese è out quindi restano solo Mbaye e Krejci come esterni a tutta fascia, vista la perdurante assenza di Mattiello: è l’ennesimo intoppo muscolare (Danilo è convocato, ma non al meglio) che all’ultimo potrebbe anche cambiare i piani tattici del tecnico, con l’ipotesi 4-3-3 che resta viva. Ventura fa la conta degli indisponib­ili. È davvero il caso di dirlo: si salvi chi può.

Il gruppo La squadra è in crescita, quindi sono sereno, tranquillo e fiducioso Lo spirito e la voglia ci sono, credo che siamo sulla strada giusta

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