La sfida dei progetti dal basso che riappassiona la città
Tutti i progetti in lizza per vincere 150.000 euro e diventare realtà «Così si supera la distanza tra tecnici e cittadini»
Le idee dei cittadini per migliorare Bologna diventano realtà nei progetti vincenti del Bilancio partecipativo che per questa seconda edizione sfodera 33 proposte da votare entro il 19 novembre. «È l’unica occasione nella quale anche studenti, stranieri e migranti possono votare: vota chi vive la città», fa notare Raffaele Laudani.
All’ingresso della Salaborsa c’è una lampadina che si accende a ogni lampo di cittadinanza attiva. Un clic, un voto, una luce. Fino al 19 novembre sarà quella luce a dar conto dell’intensità dell’attivismo di chi vive Bologna nel ridisegnare il profilo della propria città. Poi, finita la fase di voto,verranno rivelati i numeri di questa seconda edizione di Bilancio partecipativo e i vincitori.
Non serve un indirizzo né un certificato di residenza per esercitare il diritto di cittadinanza attiva che la buona pratica amministrativa del Bilancio partecipativo esplicita. A votare per i 33 progetti in questi giorni non sono solo i residenti ma anche chi a Bologna lavora, studia o fa volontariato, compresi stranieri e apolidi. «Questo è l’aspetto più significativo del Bilancio partecipativo», secondo Raffaele Laudani, professore di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Bologna e presidente della Fondazione per l’innovazione urbana di Bologna. «Quella del Bilancio partecipativo è l’unica occasione nella quale studenti, stranieri e migranti possono partecipare al voto: vota chi la città la vive. Ovvio che l’esercizio dei diritti di cittadinanza non si esplicita solo nel voto, ma riconoscere un diritto è comunque positivo».
Un altro aspetto fondamentale di questo work in progress è il processo di coinvolgimento della cittadinanza: dalla presentazione delle proposte alla co-progettazione attraverso i laboratori fino al voto. «È importante perché supera quella logica che divide esperto e cittadino, si stigmatizza la polarizzazione tra tecnocrate e populista. Anche senza competenze tecniche, tu cittadino sei in grado di mettere idee nell’immaginazione della città, l’amministrazione riconosce anche le intelligenze e le competenze che vengono “dal basso”».
Due edizioni di Bilancio partecipativo non sono forse sufficienti per definire i desideri sulla città di chi la vive attraverso la proposta e la scelta dei progetti, ma «certamente c’è un sentimento diffuso tra le persone che si attivano in questo contesto di attenzione alla sostenibilità ambientale della città, anche in un discorso di migliore viabilità, ai bisogni dei giovani e alla necessità di integrazione».
Dai 27 della prima edizione, i progetti del Bilancio partecipativo di oggi sono 33. «E sono cresciute anche le persone che hanno preso parte agli eventi preparatori: il trend è positivo e se confrontiamo i nostri numeri con quelli di Barcellona, città che ha un’energia dal basso molto marcata, e che abbiamo preso come esempio, non sono molto più bassi».
Tra le poche critiche piovute sul Bilancio partecipativo c’è quella di un’eccessiva competizione nell’attivismo dal basso. Dalla Fondazione rispondono che «l’energia dal basso vivifica qualsiasi iniziativa». La gara, come in qualsiasi votazione, esiste. E premierà almeno sei (minimo uno per quartiere) progetti con 150 mila euro, per un totale di un milione di euro. Si può esprimere la propria preferenza entro le 12 del 19 novembre online sul sito partecipa.comune.bologna.it. Ci sono luoghi per il voto assistito nelle sedi di quartiere, in Salaborsa e presso l’Urp centrale in piazza Maggiore.
” La politica che coinvolge Con questa pratica, l’amministrazione riconosce anche le intelligenze e le competenze «dal basso» superando la polarizzazione tecnocrate-populista
” Il modello Barcellona Ci siamo ispirati a quella città, i loro numeri non sono molto più alti dei nostri. Troppa competizione? L’energia dal basso vivifica qualsiasi iniziativa