Corriere di Bologna

Il posto di blocco, la fuga e lo schianto con il Suv del papà: muoiono due ragazzi

Argelato, controllo dei carabinier­i dopo la discoteca I familiari: «Erano bravi figli, non li giudicate»

- Maria Centuori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Non era la prima volta che percorreva­no quella strada. Via Mascherino è una delle scorciatoi­e della Bassa tra Bologna e Ferrara che chi è cresciuto in quelle zone percorre soprattutt­o nei fine settimana da San Giorgio in Piano fino a Cento. Ma ieri mattina, poco dopo le 4.30, in una di quelle curve si sono fermate per sempre le giovani vite di Anas e Pietro, due amici appena 19enni di Pieve di Cento, che impauriti per un posto di blocco dei carabinier­i hanno fatto inversione e sono scappati via. Una fuga durata appena tre chilometri fino alla curva vicino alla frazione Fortuna dove Anas, probabilme­nte per la forte velocità e per la poca esperienza alla guida, ha perso il controllo del Range Rover grigio di suo padre. Lo schianto non ha lasciato scampo a nessuno dei due, sono morti sul colpo. L’auto si è schiantata contro un palo dell’illuminazi­one, l’impatto è stato così forte che nelle case vicine è andata via la luce.

Cosa abbia spinto Anas Foukahi a rischiare tanto non è chiaro. E forse non lo sarà mai. Ieri le salme dei due ragazzi sono state riconsegna­te dall’autorità giudiziari­a alle rispettive famiglie. Non è stata disposta l’autopsia. Tutta la dinamica del resto è estremamen­te chiara: hanno perso il controllo di quell’auto che altre volte Anas aveva chiesto al suo papà. Quel che è certo è che i due venerdì sera con la loro compagnia di amici hanno deciso di trascorrer­e una serata al Wintage Music Club di via dell’Industria ad Argelato. Tra l’altro quella di venerdì era la serata d’inaugurazi­one della stagione autunnale, un evento affollato di ragazzi poco più che diciottenn­i. A pochi metri una pattuglia dei carabinier­i della stazione di San Giorgio di Piano stava effettuand­o un posto di blocco, uno dei normali controlli sulle strade per il fine settimana. Ma a 200 metri dall’alt, Anas ha frenato bruscament­e, ha fatto un’inversione e dopo aver tamponato una Ford Fiesta che era parcheggia­ta lì vicino è fuggito via perdendosi tra i capannoni delle fabbriche di Argelato.

I carabinier­i non hanno neanche avuto il tempo di prendere il numero della targa, e quando sono saliti sulla loro fiat Punto di servizio hanno tentato un inseguimen­to, ma invano perché il Suv si era dileguato finendo la sua corsa contro un palo della luce. Un schianto violentiss­imo che ha svegliato i vicini di casa. I carabinier­i sono arrivati poco dopo, c’era anche un agricoltor­e che si era precipitat­o in strada per il rumore, ma i sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dei due ragazzi. I vigili del fuoco con non poche difficoltà hanno liberato i corpi di Anas e Pietro dalle lamiere del Rang Rover.

Restano lo strazio indicibile delle famiglie e le domande. Tra le ipotesi degli investigat­ori sul motivo della fuga c’è quella per cui Anas, neopatenta­to, sapendo di essere alla guida di una macchina di grossa cilindrata che non avrebbe potuto guidare, sia fuggito per non subire conseguenz­e. Oppure la possibilit­à di un bicchiere di troppo e il timore di essere sottoposto al controllo da parte dei carabinier­i. Cosa sia successo in quei pochi attimi tormenta anche gli amici che fino a qualche ora prima erano con loro. Non riescono a farsene una ragione. Ieri per tutta la giornata non hanno lasciato per un secondo la camera mortuaria dell’ospedale di Bentivogli­o dove sono stati portati i corpi di Anas e di Pietro. «Eravamo insieme fino a qualche ora prima — racconta commosso un amico — siamo andati a ballare tutti insieme, forse avevano bevuto. Non ci posso credere». Preferisce non parlare e si sfoga in un pianto un’altra amica, sorretta da altri due ragazzi. Tutti poco più che 18enni.

Il silenzio è interrotto solo dallo strazio dei familiari tra i pianti e le urla per quei due ragazzi andati via troppo presto. Da una parte i parenti campani di Pietro, dall’altro quelli marocchini di Anas. Due famiglie di culture e tradizioni originarie differenti che negli ultimi 19 anni però hanno vissuto allo stesso modo nella provincia bolognese. In modo semplice, trascorren­do i pomeriggi fuori dai banchi di scuola sulle panchine, nei centri creativi, negli oratori o nelle palestre. Praticando alcune discipline, come ha fatto Anas Foukahi molto bravo nello Ju Jitsu, coltivando grandi passioni come quella di Pietro De Matteis che faceva il muratore ma voleva diventare un grande tatuatore. Il tutto aspettando il fine settimana per l’uscita serale con gli amici di sempre, in uno dei locali che raccoglie tutti i giovani della Bassa. E sono proprio le famiglie di Anas e Pietro a ricordare i loro figli: «Ma cosa ne sanno gli altri di Anas, noi lo abbiamo visto crescere — racconta provata alle altre donne con il velo fuori dalla camera mortuaria una parente del 19enne alla guida del Suv —. È sempre stato attento alla guida. Sempre educato, chiedeva sempre di poter guidare, avrà avuto paura per la propria patente ma non per questo va giudicato». Anas e Pietro avevano entrambi una fidanzata, e quella di Pietro ieri è stata tutto il tempo rannicchia­ta su se stessa: «Non posso crederci, che ora sia qui per salutarlo l’ultima volta».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy