Prati di Caprara, bisogna fare i conti con Invimit
Chiusa l’istruttoria pubblica con la proprietà delle aree convitato di pietra
Alla fine di un’Istruttoria pubblica molto partecipata, i Prati di Caprara restano ancora inaccessibili, incolti e selvaggi, e quindi sospesi fra il sogno ambientale e la realtà amministrativa: un polmone verde da rianimare e conservare per intero, chiamato Bosco Urbano, come chiede il Comitato Rigenerazione No Speculazione e migliaia di cittadini al seguito; oppure tenere fede agli impegni presi anni fa dal Comune con la proprietà, ovvero Invimit, partecipata al 100% dal ministero delle Finanze, confermando così il Poc, provando al massimo a mitigarne un po’ gli indici edificatori? La contrapposizione è evidente e l’unica apertura di Palazzo d’Accursio riguarda la possibilità, al massimo, di mitigare gli indici edificatori del Poc aggiungendo un po’ di verde ai 20 ettari previsti sui 47 totali. Troppo poco per chi non vuole neppure un metro cubo di cemento in più.«È chiaro che tecnicamente qualunque Poc si può cambiare», ha detto nelle conclusioni Valentina Orioli, assessore all’Urbanistica, spiegando poi che quando nel Poc ci sono patrimoni pubblici bisogna capire «se si possano, e quanto, cambiare gli accordi che hanno dato origine al piano stesso. Non basta una raccomandata (…) ci sono in gioco diritti reali, occorre aprire un confronto con la proprietà (Invimit, il cui CdA è scaduto in estate ndr), come d’altra parte si è già impegnato a fare il sindaco». Mani, se non legate, imbrigliate. L’assessore ha fatto capire che da quei terreni lo Stato vuole ricavare qualcosa. Non si può cedere gratuitamente. Il «sogno» avrebbe perciò un costo rilevante per le casse comunali. In ogni caso le vere e proprie conclusioni arriveranno fra 120 giorni con un atto finale da parte del consiglio comunale (nel Pd per ora solo Leti e Colombo sono critici, sia sui Prati sia sul caso, parallelo e un po’ strabico, del Cierrebi). In mezzo ci sarà tempo per altre assemblee, incontri, eventi («se fa caldo», hanno annunciato i Radicali, invece del parco andremo ad abbracciare gli alberi, ma nudi») e sensibilizzazione.
Rimane la ricchezza di un confronto aperto, civile, anche duro, sempre rispettoso da cui ripartire. Tantissimi i temi affrontati — con perizie, analisi, esperienze, studi — negli interventi di associazioni, comitati, enti, circoli, cittadini, consorzi e poi dirigenti, funzionari, esperti, consiglieri comunali.
Quasi sempre con soluzioni opposte, Comune-Comitato. Dalla necessità di una nuova scuola a quella di altre case, dallo stato di salute del parco e della sua vegetazione, alle modalità di bonifica fatte e da fare (profonde o superficiali), al tasso di inquinamento più o meno alto dei terreni, col Movimento Ossigeno che ricorda, «ai Prati ci sono addirittura gli orti comunali». Tutto infinitamente meglio del silenzio o il disinteresse.