Corriere di Bologna

DRAMMI INTIMI RESI PUBBLICI E I RAGAZZI ALLA RICERCA DI EROI

- Clara Concetti, © RIPRODUZIO­NE RISERVATA BOLOGNA

Per fortuna una storia come quella di Asia Argento non è ambientata a Bologna. Forse questo significa che qui siamo migliori, che non si vedono ancora certi eccessi, ma io ho paura che sia solo questione di tempo, perché la mania di mettere tutto in faccia a tutti è sempre più diffusa, grazie ai social che certe volte mi fanno rabbrividi­re e che sono una pessima scuola anche per gli adulti. Quella mamma che scambia con la figlia attrice degli insulti poi serviti a tutti nel piatto di internet cosa ci causa? Vai a spiegare a una ragazzina che per la mamma ci vuole sempre rispetto e che così impara che il discorso vale verso chiunque, se si vuole stare meglio al mondo.

BOLOGNA

Gentile signora,

L’Asia non è così lontana. Qualunque Asia è fra noi, come l’Africa, come il resto nel mondo, perché questo è il bello e il brutto del villaggio globale. Non creda che le storie di Asia e dell’Asia non appartenga anche alla nostra Bologna: ce ne sono tante di questioni così, d’inquietudi­ni e di donne e uomini, giovani o ex giovani, carichi di tormenti, di ribellioni, in primis a se stessi, e di famiglie dilaniate da situazioni strazianti, che possono arrivare a omicidi come l’altro giorno. Non siamo in un’isola felice, protetta, un’oasi naturale. Altrove c’è chi manda tutto in scena e si fa protagonis­ta, sempre in bilico, spesso pericolant­e, o addirittur­a ma ben retribuito per l’ostentazio­ne. Come un funambolo che attraversa il Niagara: rischia la vita, dando uno spettacolo, che non è gratis. Da noi, il sipario tra platea e palcosceni­co è sempre abbassato. A volte la cronaca apre una fessura, perciò vediamo faccende di liti, in questi giorni per quadri ed amori. Ma sono sbirciatin­e, su opere buffe o tragiche, più spesso tragicomic­he. Non si vede mai la scena completa oltre il sipario, che cela tormenti e drammi pesanti, come racconta chi ascolta sfoghi e disperazio­ne di desolati anonimi. Sono afflizioni assai pesanti, anche se non plateali, trattenute perché imbarazzo e vergogna rendono schivi e schiavi. Ma se una parte di mondo corre a idolatrare gli eroi della vita oltre il massimo, mostrare tutto al mondo può diventare addirittur­a vantaggios­o. Quanto alla difficoltà di educare gli adolescent­i al rispetto, non c’è dubbio che ormai siano dei pesciolini costretti a nuotare in acque torbide o inquinate. Non si orientano perché vedono male e spesso si avvelenano senza accorgerse­ne. Quello che stiamo attraversa­ndo è un capitolo della storia umana che trova inadeguati gli adulti. La domanda diventa: chi preparerà i giovani se certi maestri dovrebbero ancora andare a scuola?

sicurament­e vederli». Alle ore 23.17, dopo aver chiesto più volte quali potevano essere i tempi di attesa, consideran­do che una persona di 75 anni con dolori alla pancia non può resistere più di tanto, mia mamma ha deciso di abbandonar­e. Ha gettato la spugna come un pugile che ha preso troppi pugni e deve smettere di incassare. È stata dimessa con questo esito sul verbale di Pronto soccorso: «Paziente abbandona il Ps prima della visita medica». Prima della visita medica, dopo una attesa di nove ore. Il 10 novembre la situazione non era migliorata, quindi abbiamo deciso di andare al P.s. di Bazzano, spiegando tutto quello che era successo il giorno prima. È stata presa in carico, è stata visitata, nel momento in cui ci hanno chiesto quale fosse il problema le avevano già fatto un prelievo di sangue. È arrivato un micologo da Casalecchi­o di Reno che ha analizzato i funghi. Alle 16 è stata dimessa con la terapia da fare nei prossimi giorni. Quindi mi sorge spontanea una domanda: «Una persona anziana deve fare più di venti chilometri per farsi visitare in un Ps quando ha un ospedale a tre minuti di macchina?». «I tempi sono questi, ci sono solo due medici», la risposta di un infermiere del Maggiore alla richiesta di sapere le tempistich­e per essere visitati durante le nove ore di attesa. Forse sarebbe il caso di aumentare il numero dei dottori al P.s Giusto così per non tenere le persone (soprattutt­o anziane) in balia del destino. Ovviamente, sia chiaro, qui le cose funzionano. È solo che potrebbero funzionare decisament­e meglio.

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