La Virtus riceve Cantù: Sacripanti: «Per noi è una gara importante»
Già viste festeggiare Cremona e Milano, oggi la Virtus cerca di infrangere il tabù PalaDozza per evitare di entrare nella storia dalla parte sbagliata. Solamente nel 1940, infatti, i bianconeri hanno perso le prime tre gare di campionato in casa e il 1980 è l’unico altro caso di doppio stop consecutivo. Scollinato un primo terzo di andata da brividi, con le sfide alle prime tre della classifica, oggi la Segafredo si misura con Cantù (ore 17.30, diretta Eurosport 2). Partita importante perché ora la Virtus deve rimettersi in moto per andare a caccia, nelle prossime dieci gare, della qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia. I brianzoli hanno una vittoria in più — tre conto due — e questo è già uno scontro diretto molto importante. «Sarei ipocrita se dicessi che siamo stati fortunati – sottolinea il coach Sacripanti (nella foto) —. Questo inizio ha però dato serenità e convinzione sul nostro lavoro, rendendo chiari i vuoti da colmare e i punti di forza. Non siamo in condizioni ottimali, ma anche questo può darci forza se saremo bravi a cogliere le occasioni. Io ho dodici giocatori e nessuno di questi deve andare sotto il 6 in pagella. Non mi interessano partite mostruose, dobbiamo essere solidi e poi all’interno del sistema qualcuno sfoggerà i colpi da campione». Sacripanti parla di condizioni non ottimali, riferendosi all’assenza di Kelvin Martin e a un Brian Qvale ancora non al meglio. Il lungo americano ieri è stato tenuto precauzionalmente a riposo, ma oggi sarà regolarmente in campo. «C’è una gestione più oculata nei suoi confronti – dice Sacripanti -. Dopo il primo stop l’abbiamo trattato come un giocatore normale e ha avuto una ricaduta. Adesso siamo più guardinghi. Già tra Venezia e Istanbul si è visto un miglioramento: con la Reyer è andato bene 6 minuti e poi ha tirato dei liberi senza quasi arrivare al ferro perché non riusciva a caricare. Col Besiktas ha fatto un netto passo avanti, speriamo che questa gestione sia giusta per trovare un equilibrio definitivo». Cantù è una squadra con molto talento offensivo, forse poco solida ma sicuramente con punti nelle mani. «Sistema contro individualità: ci servono energia e durezza. Cantù è una squadra di grande talento, giocatori come Gaines, Mitchell e Jefferson possono cambiare la partita in ogni momento. Il nostro piano è chiaro: essere bravi a controllare il ritmo di gara facendo quello che sappiamo fare, limitando le loro individualità. L’emozione? C’è sempre, a Cantù sono nato e cresciuto, abito lì e non posso fare quello che è indifferente. Ora però sono concentrato su di noi, è una partita molto importante».