Pd, dalla Conti a Critelli: Minniti schiera le truppe
Da Conti a Maccagnani, in dodici firmano per l’ex ministro
Da Isabella Conti a Sergio Maccagnani: sono 12 i sindaci dell’hinterland che hanno sottoscritto il documento pro Minniti per il congresso del Pd.
Dodici sindaci e due parlamentari. Sono però destinate a salire le adesioni alla candidatura dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti a segretario del Pd nazionale, che nell’area metropolitana di Bologna non può contare sul sindaco Virginio Merola (da tempo ha scelto il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti) ma su molti altri amministratori locali. E poi con Minniti ci sono due deputati di peso, come l’ex segretario del Pd provinciale Francesco Critelli e Gianluca Benamati. Potrebbe aggiungersi anche il senatore imolese Daniele Manca, mentre il deputato bolognese Andrea De Maria deve ancora valutare tra la candidatura dell’ex titolare del Viminale e quella (attesa a giorni) del segretario uscente Maurizio Martina.
Intanto escono allo scoperto i sindaci dell’hinterland che hanno sottoscritto in questi giorni l’appello pro Minniti. Un elenco trasversale, tra renziani e non, che conta dodici amministratori: Isabella Conti (San Lazzaro di Savena), Dario Mantovani (Molinella), Sergio Maccagnani (Pieve di Cento), Stefano Mazzetti (Sasso Marconi), Andrea Bottazzi (Baricella), Michele Giovannini (Castello d’Argile), Teresa Vergnana (Galliera), Daniela Lo Conte (Granarolo), Mauro Brunetti (Castel di Casio), Pierdante Spadoni (Monterenzio), Emanuele Bassi (Sala Bolognese) e Paolo Crescimbeni (San Giorgio di Piano). Perché Minniti e non Zingaretti o Martina? «Per il suo approccio realistico, senza inseguire la Lega, su immigrazione e sicurezza», sostiene Mantovani. «È il portatore del processo riformista dentro il Pd», spiega Mazzetti. Perché, dice Giovannini, «ha carisma e capacità comunicativa». O perché «vuole costruire una nuova visione della sinistra», aggiunge Maccagnani, di recente candidato (poi ritiratosi al fotofinish) alla guida del partito locale.
Proprio i segretari provinciali dell’Emilia-Romagna, compreso quello di Bologna Luigi Tosiani, guidati dal leader
Prudenza
Bonaccini prende tempo e non si schiera: «Valuterò chi appoggiare con calma»
regionale Paolo Calvano, hanno chiesto al partito nazionale di anticipare la data del congresso a gennaio. La data in programma è quella del 3 marzo, ma per il Pd dell’Emilia-Romagna è troppo a ridosso con le elezioni Europee e Amministrative, con il rischio che le liste vengano fatte in fretta e furia a Roma senza ascoltare i territori (come già avvenuto in passato). Lunedì sera intanto c’è stata la prima riunione del comitato pro Zingaretti (più di 400 i presenti). Nei prossimi giorni i posizionamenti locali saranno più chiari con la discesa in campo di Martina (sulla sua candidatura convergerà il deputato Luca Rizzo Nervo) e si capiranno anche le scelte del presidente della Regione Stefano Bonaccini, che vuole concedersi ancora qualche giorno prima di annunciare il suo sostegno. «Non ho ancora scelto. Valuterò chi appoggiare con calma», ha spiegato ieri. Anche lui come Calvano, però, condivide l’esigenza di un congresso anticipato. «È evidente a tutti — osserva Bonaccini — che se andiamo a eleggere un segretario nazionale a marzo, poi dovrà nominare un gruppo dirigente. Chi fa le liste? Chi decide le alleanze?».