Inchiesta della Procura sospetti su altri decessi
Fascicolo in Procura. Salus Hospital: «Erano persone con più patologie»
Anche la Procura di Reggio Emilia ha acceso i fari sulle due morti per infezione da microbatterio Chimera avvenute quest’estate.
Anche la Procura di Reggio Emilia ha acceso i fari sulle due morti per infezione da microbatterio Chimera avvenute quest’estate. Dagli uffici dell’assessorato alla Sanità di viale Aldo Moro, infatti, a luglio la segnalazione è partita sia all’indirizzo del ministero della Salute che a quello della Procura, che ha aperto un fascicolo.
Allo stato sono due i decessi accertati di pazienti operati in cardiochirurgia al Salus Hospital di Reggio Emilia e deceduti per le possibili conseguenze dovute all’infezione del microorganismo che si sarebbe annidato in un macchinario per la circolazione extracorporea. Su queste morti stanno cercando di fare chiarezza i magistrati e i carabinieri dei Nas. Ma è la stessa Regione a comunicare che ci sono altre due morti sospette, avvenute sempre dopo un ricovero in cardiochirurgia al Salus Hospital di Reggio Emilia, su cui sono in corso accertamenti, che se confermeranno l’infezione, farebbero salire a quattro le vittime.
Una nota stampa dell’ospedale privato accreditato Salus Hospital, del gruppo Gvm, riavvolge il nastro e chiarisce: «In riferimento ai pazienti operati tra il 2011 e il giugno 2015 e segnalati in seguito alla presunta contrazione del Mycobacterium chimaera, su circa 2mila interventi cardiochirurgici eseguiti presso la struttura di Reggio Emilia, attualmente sono stati presi in considerazione solo due casi. I pazienti erano affetti da polipatologie». Salus spiega anche che i ricoveri sono avvenuti quando «l’esistenza e la probabilità di esposizione al micobatterio tramite l’utilizzo di questi macchinari non poteva essere conosciuta». I macchinari in questione sono prodotti dall’azienda Stockert di Friburgo, in Germania, ma l’azienda LivaNova della multinazionale biomedicale Sorin di Mirandola è coinvolta nella commercializzazione e distribuzione. Al Salus Hsopital, però, secondo quanto dichiara la stessa struttura sanitaria, «la manutenzione delle due macchine è stata eseguita dall’azienda distributrice italiana con cadenza annuale, seguendo le indicazioni per il trattamento dell’acqua con l’azione battericida e attenendosi anche a quanto indicato nell’avviso di sicurezza di Sorin del 2015 e dalle linee guida Eu». Dunque a Reggio Emilia sarebbe stata messa in atto la procedura di sanificazione preoperatoria raccomandata da Sorin, che nel 2015 lanciò un allarme proprio riguardo al batterio Chimera. Anche questo aspetto, però, è ora all’attenzione degli inquirenti, che verificheranno certificati di analisi dei macchinari, se tutti i protocolli e le procedure sono state rispettate. Salus aggiunge poi che «in seguito alle indicazioni ricevute sia dallo stesso fornitore, sia dall’Azienda Unità Sanitaria Locale di Reggio Emilia e dalla Società Italiana di Cardiochirurgia, i macchinari sono stati immediatamente dismessi e sostituiti con modelli aggiornati», prima ancora che partisse l’inchiesta. Infine, la struttura precisa che i due decessi per ora accertati dalla Regione, non sono avvenuti al Salus Hospital, ma in epoca successiva al ricovero e che «il presunto legame fra decessi e infezioni è attualmente ancora in fase di valutazione da parte degli organi preposti».