Corriere di Bologna

Le storie degli imprendito­ri al tempo dello spread

LA LOCOMOTIVA EMILIA

- F. Ro. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Gli imprendito­ri emiliano-romagnoli, motore di quella locomotiva che traina l’economia e continua a correre in controtend­enza rispetto al Paese, fanno i conti con uno Spread a 300, con una manovra bocciata dall’Europa e guardano con preoccupaz­ione agli scenari foschi che queste circostanz­e lasciano intraveder­e. Fanno i conti, cioè, con un nuovo clima di incertezza che si respira anche nelle domande dei loro dipendenti, nei timori dei clienti e, a volte, in qualche battuta dei fornitori.

Maurizio Marchesini, presidente della Marchesini group, colosso leader del packaging, confida in un futuro prossimo roseo per la sua azienda, ma non nasconde l’inquietudi­ne «per le non politiche del governo» e per «una manovra che non so dove andrà a parare». Anche Gian Luigi Zaina, presidente del consiglio della piccola industria di Confindust­ria Emilia area centro e ad del maglificio Della Rovere, nel Ferrarese, teme che «una legge di bilancio tutta assistenza e niente sviluppo freni gli investimen­ti». Timore condiviso da Marco Arletti, presidente dei giovani imprendito­ri di Confindust­ria Emilia e ad della Chimar di Soliera: «Nessuno oggi può stare tranquillo».

Quanti modi ci sono per inscatolar­e qualcosa? La Chimar di Soliera, nel Modenese, ne ha trovati 10.000: tanti sono i modelli che propone ai clienti in cerca di packaging d’avanguardi­a. Clienti che oggi, di fronte un’Italia che veleggia stabile con spread oltre i 300, cominciano a dare segnali di preoccupaz­ione. «Il clima di incertezza sta generando un effetto immediato: c’è più prudenza legata agli investimen­ti», racconta l’amministra­tore delegato Marco Arletti, presidente dei giovani imprendito­ri di Confindust­ria Emilia. «Si è creato un rallentame­nto nelle dinamiche di investimen­to. Lo vediamo già con i clienti», dice Arletti, che negli ultimi mesi ha visto qualche commessa spostarsi altrove: «Ma ci aspettiamo più incertezza nel primo trimestre del 2019». Qui, dove si incrociano la Packaging Valley, la Motor Valley e il distretto tessile carpigiano, lo spread è più di un numero. «Non si può stare tranquilli restando sopra i 300 punti. Per noi aumenteran­no i costi legati ai tassi di interesse, ma accadrà anche per le famiglie», sottolinea l’ad della Chimar, che per ora non ha registrato conseguenz­e sull’accesso al credito. «Non abbiamo avuto ancora problemi. Ma aumenteran­no i costi legati ai progetti di investimen­to, un effetto negativo ci sarà per forza». Qualche fornitore ci scherza su. «Dall’Austria ci chiedono delucidazi­oni sulla situazione italiana, un po’ preoccupat­i e un po’ divertiti. Rischiamo di essere un po’ ridicoli ai loro occhi... ma sanno quanto è solido il tessuto imprendito­riale dell’Emilia-Romagna». Tra gli operai invece «c’è preoccupaz­ione per il rapporto con l’Europa. Ma alcuni vedono positivame­nte l’aumento del rapporto deficit-Pil». E lei cosa gli risponde? «Che il problema non è l’aumento, ma come viene utilizzato il nuovo debito. Utilizzarl­o per la spesa corrente è molto rischioso».

” Preoccupa il rapporto con l’Europa e questo clima di attesa e incertezza

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