Le luminarie per ricordare Lucio Dalla
Dal primo dicembre in via d’Azeglio: richiameranno il testo de «L’anno che verrà»
Saranno 23 luminarie: ognuna riporta una frase de «L’anno che verrà», la canzone-simbolo di cui ricorre il quarantennale.
Così via D’Azeglio rende omaggio all’indimenticato cantautore. Accese da dicembre accompagneranno una serie di iniziative. Tra queste, la raccolta di desideri scritti dai bambini che saranno appesi agli alberi natalizi che decorano l’ingresso delle vetrine. E dal tramonto, musica in filodiffusione.
Dedicate a Lucio Dalla, con le parole della canzone-simbolo, L’anno che verrà, che brilleranno sulla fetta di cielo lungo la sua strada. E due anniversari da celebrare: il 40ennale del brano e i 50 anni dalla pedonalizzazione del centro storico. Saranno così le luminarie natalizie di via d’Azeglio, quelle storicamente più attese e, a volte, anche discusse, di tutto il centro storico. Mentre gli alberelli all’ingresso delle vetrine saranno attrezzati per accogliere i desideri dei bambini.
Queste luminarie cambiano spesso aspetto: il consorzio dei commercianti che si affacciano sull’elegante percorso pedonale ama diversificare, e spesso stupire. Quest’anno, dunque, lo farà nel segno del cantautore scomparso. Nel segno di quella voce e anima immortale che proprio lì, al civico 15, aveva la sua dimora, ora casa-museo per visite guidate.
Lucio amava e frequentava la sua città, amava e frequentava la sua via, la sua piazza Grande che è piazza de’ Celestini, dove pregava tra i banchi della chiesa. Poco più in là l’immancabile ristoro del Gran Bar, il micro teatro del Navile, i negozi, i portoni e il lastricato fino a piazza Maggiore.
Le luminarie si accenderanno a dicembre, forse il primo giorno del mese. Ma non prima, non alla consueta data del 24 novembre perché sarà un po’ più complicato realizzarle. Saranno in tutto 23: ventitrè gruppi di tubi luminosi che riporteranno ciascuno una significativa strofa della canzone: «Caro amico ti scrivo»...«Per continuare a sperare». Al tramonto, ancora, risuonerà in filodiffusione lo stesso brano con la voce di Dalla. Ad accompagnare il passeggio durante il periodo delle feste.
L’iniziativa, organizzata, appunto, dal consorzio dei commercianti con il patrocinio non oneroso della Fondazione Dalla ha un titolo : «L’anno che verrà...non è solo una canzone». Chi l’ha pensata, infatti, ha in mente molto di più. «Vogliamo raccogliere sotto quelle parole un senso di incontro autentico tra le persone, e infondere speranza per il futuro», dice il direttore artistico Tiziano Corbelli della Seven Ars. Lui, promotore culturale di Sant’Arcangelo aveva già fatto realizzare, per Napoli, la luminaria che abbellisce un ingresso al quartiere Sanità con le rime della poesia di Totò Core analfabeta. L’artigiano che le modella è il napoletano Antonio Spiezia. «Avevo già lavorato con la Fondazione Dalla — ci racconta Corbelli — poi è nata questa collaborazione con i commercianti. C’è un legame ideale tra Napoli e Bologna, e come Totò è il simbolo di Napoli, Lucio Dalla è il simbolo di questa città».
È stata scelta L’anno che verrà, un po’ per il suo contenuto evocativo di augurio per una vita migliore, un po’ perché nel 2019 ne ricorre il quarantennale. La canzone è comunque stata incisa nel 1978 e pubblicata l’anno seguente nell’album che porta il nome dell’artista.
L’altro anniversario, che sarà celebrato più approfonditamente con diverse iniziative la prossima primavera è quello della pedonalizzazione della porzione di via d’Azeglio, piazza Nettuno e piazza Maggiore. Caldeggiata dall’architetto e allora assessore Pier Luigi Cervellati, all’epoca tanto contestata dai commercianti, è oggi giustamente protetta come un bene prezioso. Poi, infine, ci sono i bambini: a loro saranno offerti biglietti bianchi da riempire con i loro desideri e aspettative per l’anno nuovo e appendere a piccoli alberi natalizi lungo la via.
Si stanno organizzando anche altre iniziative di solidarietà e beneficenza. Ma tutti i dettagli saranno chiariti nel corso di una presentazione alla stampa. Appuntamento nella casa-museo di Dalla, naturalmente.