«Noi cresciamo, ma inquietano le non politiche del governo»
La locomotiva Emilia-Romagna starà pure frenando, ma dalle parti della bolognese Marchesini Group, 1200 dipendenti nel mondo, il vento continua a soffiare in poppa. Nonostante le oscillazioni dello spread, il rallentamento della crescita del Pil e un generale «sentiment» di timore per futuro. Maurizio Marchesini, ex numero uno della Confindustria regionale, componente del consiglio generale di viale dell’Astronomia e presidente del colosso leader nella fornitura di linee complete e macchine per il confezionamento nel settore farmaceutico e della cosmesi, prevede di chiudere il 2018 meglio del 2017 e annuncia un ulteriore salto per il 2019.
«Siamo inquieti — dice — e lo sono i nostri dipendenti che in azienda si confidano anche con me. Chiedono consigli, anche personali: se accendere un mutuo o investire in un viaggio con la famiglia. Per fortuna, nella nostra azienda i numeri del rallentamento non si sono ancora sentiti e, continuando a crescere, siamo tutti soddisfatti». La ricetta per resistere alle intemperie? «Innanzitutto, la nostra forte propensione all’export, che convoglia fra l’85% e il 90% del fatturato e che nel comparto farmaceutico ci rende molto vivaci. E poi il costante impegno per l’innovazione dei prodotti, che trovano mercato principalmente in Europa e negli Usa. Grazie ad alcune acquisizioni e alle politiche a favore dell’Industria 4.0, siamo stati spinti a investire di più. Quindi, il nostro anno è stato positivo anche dal punto di vista del mercato interno», spiega. Quanto al fatturato dell’anno che sta per finire Marchesini anticipa «che il 2018 si chiuderà con numeri migliori rispetto al 2017 (298 milioni di fatturato, ndr) e che il 2019 sarà assolutamente buono. Come dicono gli inglesi, la crescita di fatturato sarà “double digit”, a doppia cifra, almeno nell’ordine del 10-12%». Il gruppo, dunque, è più che in salute, ma questo non evita l’inquietudine per «le politiche, o meglio, le non politiche del governo che — conclude — mi lasciano a dir poco perplesso. Non ho ancora capito dove la manovra andrà a parare. Mi sembra si voglia più negare quanto di buono è stato fatto in precedenza che proporre qualcosa di nuovo. Crescita, lavoro e industria non sembrano le priorità di questo esecutivo».
” Si vuole più negare ciò che di buono è stato fatto prima che proporre qualcosa di nuovo