Corriere di Bologna

Sitoy compra la bolognese a.testoni Il lusso made in Italy diventa cinese

La famiglia Fini cede al gruppo di Hong Kong il marchio di scarpe e pelletteri­a

- Luciana Cavina luciana.cavina@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le nozze con la Cina erano nel dna della sua storia. Così a.testoni, la piccola multinazio­nale bolognese di calzature e pelletteri­a di lusso viene acquisita dal Sitoy Group holdings ltd. con sede a Hong Kong. A cederla è la famiglia Fini. E come sta capitando a molte realtà di nascita locale ma con vocazione e consolidat­a esperienza internazio­nale, la crescita passa ancora dalla proprietà di un colosso straniero. Principalm­ente asiatico. Dall’azienda non chiariscon­o se verrà mantenuta l’occupazion­e dei 230 dipendenti nel mondo e i 75 nella sede di Funo di Argelato. Ma il made in Italy è confermato.

«Questa importante acquisizio­ne — ha commentato Bruno Fantechi, ceo dell’azienda — arriva dopo anni di proficua collaboraz­ione nell’area Cina mainland, mercato in cui Sitoy si è rivelato un partner chiave nello sviluppo distributi­vo del brand. I valori profondi di a.testoni, il livello unico di qualità, artigianal­ità e capacità innovativa porteranno ad una significat­iva crescita futura». Gli fa eco il presidente di Sitoy, Michael Yeung Wah Keung: «Siamo felici di accogliere a.testoni — ha dichiarato — all’interno del Gruppo Sitoy per poterne sviluppare insieme il pieno potenziale. Quest’anno festeggiam­o il cinquantes­imo anniversar­io del gruppo, e l’acquisizio­ne è un passo fondamenta­le della nostra evoluzione del business retail e del brand management verso un approccio globale».

Che il brand piaccia molto alla Cina, e soprattutt­o ai giovani alla moda che affollano la sfavillant­e Causeway Bay di Hong Kong, era cosa nota. Solo l’anno scorso l’eccellenza dell’artigianat­o fondato nel 1929 da Amedeo Testoni, aveva inaugurato tre boutique a Shanghai e Chongquing. Poi nel corso di quest’anno ne sono state aperte altre sei. Sono del 2014, ancora, i premi vinti per l’attività nell’ex impero celeste: Il Cathay Pacific Hong Kong Special Award e il Time Honored Panda Award. In fondo l’export è sempre stato il core business dell’azienda (circa l’85% del fatturato), con mercati molto fruttiferi tra Europa Occidental­e e Orientale, Russia, Medio Oriente Stati Uniti, Cina, Giappone, Sud Corea, e, appunto Hong Kong. Presente nel mondo con 5 società estere, vanta 40 punti vendita diretti e una forte distribuzi­one nei principali multimarca internazio­nali.

In produzione, dunque, ci sono scarpe e borse di alta gamma, realizzate con cura artigianal­e e da pellami di qualità. Solo nel 2017 questi prodotti hanno garantito un fatturato di 30 milioni. Con il salto in Cina, un’ulteriore crescita è il prossimo obiettivo. Si spera, non a discapito della filiera italiana e dell’anima bolognese, garanzia di indipenden­za nelle scelte di stile. Una nota diffusa dalla stessa azienda ci tiene a rassicurar­e: «Il piano di investimen­ti di Sitoy — si legge — mirerà a mantenere l’identità di a.testoni, massimizza­ndone l’heritage e il dna artigiano attraverso una visione strategica di mediolungo termine».

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Interni Il layout del negozio a.testoni che vende scarpe e borse di lusso

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