Prati, Ubertini rilancia la cittadella delle startup
Ubertini a metà mandato: «Soddisfatto, ma ora fare di più per i servizi agli studenti»
«Mi piacerebbe che ai Prati di Caprara, nell’area di fronte all’Opificio Golinelli, nascesse una cittadella per la nuova imprenditorialità insieme a nuovi studentati». È il sogno di Francesco Ubertini, ingegnere delle costruzioni divenuto rettore tre anni fa.
Si dice soddisfatto per la prima metà del mandato, ma guardando ai prossimi tre anni spera di fare ancora di più per gli studenti. Ribadisce il suo j’accuse verso il Paese che si è dimenticato dell’università e non investe nel futuro. Capisce le ragioni degli imprenditori che attaccano il governo nel timore che si blocchi la ripresa. Poi confida un sogno, una visione: «Mi piacerebbe che ai Prati di Caprara ovest, nell’area di fronte all’Opificio Golinelli, nascesse una cittadella per la nuova imprenditorialità insieme a nuovi studentati». Francesco Ubertini, 48 anni, ingegnere delle costruzioni divenuto rettore tre anni fa, traccia un bilancio di metà mandato.
Rettore Ubertini, partiamo dai Prati di Caprara, una grande area di cui tanto si discute e che lambisce il vostro insediamento di Ingegneria al Lazzaretto. Cosa ci vedrebbe?
«Non abbiamo disponibilità economica per investire direttamente su quell’area, come non ce l’avevamo per l’ex Staveco, però quella zona ci interessa perché siamo presenti in quel quadrante di città. Guardando i Prati di Caprara ovest, sarebbe bello se l’area fosse usata per studentati, visto che ce n’è bisogno, e per iniziative legate all’imprenditorialità, alle startup insieme a ciò che già sta facendo l’Opificio Golinelli».
Si riferisce proprio all’area di fronte all’Opificio Golinelli?
«Esattamente. Lì potrebbero confluire iniziative che già ci sono. Ad esempio laboratori congiunti alle imprese, spazi di co-working dell’hub imprenditorialità che abbiamo in via Ugo Foscolo, un edificio che è nel piano di dismissioni, AlmaCube che ora è al Caab, e poi le iniziative di nuova imprenditorialità promosse dall’Opificio Golinelli, le aziende interessate a portare a Bologna i propri centri di ricerca, il Competence Center di Industria 4.0. Sono tutte iniziative per sviluppare nuova imprenditorialità che potrebbero trovare lì un luogo dove confluire, sull’esempio di altre città europee».
È un progetto di cui ha parlato con il sindaco?
«È solo un’idea, non ne ho parlato con nessuno, non conosco i dettagli di quella zona. Se mi si chiedesse cosa mi piacerebbe che ci fosse a Bologna che oggi non c’è, ecco direi un luogo come quello. Una sorta di cittadella per la nuova imprenditorialità, incerca sieme agli studentati di cui la città ha bisogno. Bologna avrebbe così da un lato il Tecnopolo con i Big Data, il Centro meteo e un luogo più piccolino che raggruppa iniziative per la nuova imprenditorialità».
Bilancio di metà mandato: è soddisfatto?
«Complessivamente molto. Avevo fissato degli obiettivi e li sto raggiungendo. Vorrei andare più veloce. Mi piacerebbe lavorare in maniera organica sul progetto degli Alumni di cui ho parlato all’inaugurazione dell’anno accademico».
Qual è la cosa che le ha dato più soddisfazione?
«Probabilmente l’incremento di fondi per la ricerca in ambito europeo e per la ri«Un industriale».
Prossimo obiettivo? «Fare di più per i servizi agli studenti. Tanto abbiamo fatto, ma ci sono margini di miglioramento. Mi piacerebbe poter dire che Unibo è tra i primi dieci atenei d’Europa per servizi agli studenti».
A proposito di studenti, il sistema di tassazione subirà altre modifiche?
primo ritocco è stato fatto l’anno scorso. Nel primo anno di applicazione del nuovo sistema di fasciazione, che garantisce l’esenzione fino a 23.000 euro di Isee e fasce successive di contribuzione, il saldo non è stato pari a zero. A marzo con il consuntivo vedremo se il saldo negativo sarà di 10 milioni, forse anche meno, e comunque verrà riassorbito con gli avanzi di gestione. All’inizio dell’anno vedremo gli effetti del ritocco e valuteremo cosa fare».
Anche all’inaugurazione dell’anno accademico ha attaccato il governo che si dimentica dell’università. Avrete problemi per il reclutamento, ora che il turnover è tornato al 100%?
«In Italia c’è un sotto-finanziamento cronico. Il Paese deve aumentare il numero di laureati, siamo quasi all’ultimo posto in Europa, ma per farlo servono più docenti e più aule. Sono riprese le dinamiche stipendiali per il perso-
Il Paese deve aumentare il numero dei laureati, siamo quasi all’ultimo posto in Europa, ma per farlo servono più aule e più docenti. Servono, soprattutto, più fondi
La radiazione di Venturi? È come se io fossi radiato dall’Ordine degli ingegneri per qualcosa che riguarda il Piano edilizio dell’Ateneo: non lo capisco proprio nel metodo
nale, il turnover è completo ma se non si vogliono comprimere altre voci in bilancio bisogna ricevere più fondi. Il Paese deve investire nell’università perché è il futuro e bisogna cominciare subito per non compromettere il futuro».
Le imprese, grandi e piccole, anche di questa regione sono in fibrillazione contro il governo, temono lo spread e scelte avventate. Cosa ne pensa?
«Capisco le loro preoccupazioni. In Emilia-Romagna la parte imprenditoriale è molto cresciuta e si avvia ad uscire completamente dalla crisi, la regione ha avuto tassi di crescita al pari della Lombardia e delle migliori regioni europee. Visto che la loro forza è l’export se vedono le condizioni peggiorare si preoccupano. È l’effetto dell’oggi sul domani a impensierire. E il domani è dei nostri figli. Ci sono spese per investimento e spese per la gestione corSul rente: un conto è fare una manovra con spese di investimento, un altro è farla con le spese per la gestione corrente».
In questi giorni tiene banco la radiazione dell’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi dall’Ordine dei medici a causa di una delibera legata alle mansioni degli infermieri sulle ambulanze. Che idea si è fatto?
«Non lo comprendo, nel metodo. Un Ordine professionale che valuta una sanzione disciplinare per un assessore che esercita un’attività propositiva di natura politica. È come se io fossi radiato dall’Ordine degli ingegneri per qualcosa che riguarda il Piano edilizio dell’Ateneo. Non lo capisco proprio nel metodo. Non essere d’accordo con la misura proposta dall’assessore è legittimo, ma lo strumento della sanzione disciplinare non è comprensibile».
” Capisco le ansie delle imprese per lo spread, qui siamo cresciuti ai livelli delle migliori regioni europee, la nostra forza è l’export ed è l’effetto dell’oggi sul domani a intimorire