Corriere di Bologna

Giallo di Zola, le 20 fiale passate dall’infermiere «Tradito da Masetti»

L’amico dell’uomo indagato per la morte del padre gli fornì atropina e adrenalina

- Baccaro

Ha confermato davanti al pm quel che aveva già detto. Ha dato a Francesco Masetti venti fiale di adrenalina e atropina, medicinali che gli aveva chiesto in caso di emergenza per il padre. L’infermiere indagato con il 38enne per la morte del padre di quest’ultimo lo ha spiegato ieri in Procura: «Mi sono fidato, ero convinto fosse un medico».

” Mi disse che erano per emergenza, la richiesta non mi stupì: mi aveva fatto credere di essere un medico

«Francesco mi ha mentito, mi ha ingannato». Così l’infermiere 57enne indagato per omicidio, tentato omicidio e peculato nella vicenda della morte del 70enne Antonio Masetti, si è difeso ieri davanti al pm Antonello Gustapane. L’uomo ha spiegato di aver consegnato al figlio di Masetti, poi morto forse suicida, di cui era amico, venti fiale, dieci di atropina e dieci di adrenalina. Medicinali a suo dire consegnati dopo il primo ricovero dell’anziano, a fine settembre. «Mi servono per mio padre in caso di bisogno» gli avrebbe detto il 38enne.

«Pensavo fosse un medico, tutti pensavamo fosse un medico», ha detto agli inquirenti. L’infermiere è finito indagato a causa di messaggi scambiati con l’amico 38enne in cui si faceva riferiment­o in codice alla consegna di alcuni farmaci, che il 57enne ha poi ammesso di aver procurato in buona fede all’amico, prima di essere iscritto anche lui nel registro degli indagati. Ora gli esami tossicolog­ici, di cui si attendono ancora gli esiti, dovranno stabilire se sono state proprio quelle fiale ad uccidere l’anziano, fiale che, se quanto sostenuto dall’infermiere corrispond­e a verità, sarebbero state però consegnate più di un mese prima della morte del 70enne, deceduto il 4 novembre. Il 57enne, assistito dall’avvocato Guido Magnisi, ha fatto lunghe dichiarazi­oni spontanee ieri agli investigat­ori, fornendo una «ricostruzi­one precisa e articolata dei fatti, in un ambiente sereno» ha detto il legale al termine dell’interrogat­orio. «Abbiamo molto apprezzato che sia il pm che i Nas hanno voluto esprimere un invito al mio assistito a stare sereno e a tornare al lavoro. É chiaro che bisognerà attendere i tossicolog­ici e, soprattutt­o, la consulenza

tecnico-informatic­a». Domani inizierà la perizia su pc e telefoni di padre e figlio e sul cellulare sequestrat­o all’infermiere, dalla quale gli inquirenti tenteranno di capire anche la natura dei rapporti tra i due amici e se quanto dichiarato dall’infermiere, di essere all’oscuro di tutto anche della falsa laurea in Medicina, corrispond­a a verità. Dai risultati parziali dei tossicolog­ici sul cadavere del 70enne, per ora sono emerse tracce di benzodiaze­pine assunte per via orale. Il sospetto del pm Antonello Gustapane è che il figlio lo abbia sedato per poi iniettargl­i qualcosa.

A puntare il dito contro Francesco Masetti dopo la morte del padre 70enne, era stata una cugina che aveva messo insieme alcuni sospetti sui suoi comportame­nti, ma sullo sfondo di questo giallo c’è anche un’eredità di circa 2 milioni di euro. Eredità che in un primo testamento il 38enne aveva lasciato in parte anche all’amico infermiere, per poi estromette­rlo con una lettera spedita al suo avvocato Alessandro Veronesi prima di morire in uno schianto a bordo della sua auto.

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