Morì di sepsi, cinque medici indagati Guerra di perizie
La donna di 61 anni era in cura al Sant’Orsola per un linfoma
Cinque medici del reparto di Ematologia del Sant’Orsola sono indagati per la morte di una donna di 61 anni, che si spense nel 2016 a causa di una sepsi contratta mentre era in cura per un linfoma. Una patologia grave, ma non in una fase avanzata, tanto che alla paziente era stata assicurata una buona aspettativa di vita. Durante la terapia, in day hospital, iniziò a manifestarsi una febbre alta, poi le condizioni peggiorarono fino al decesso nell’aprile 2016. La famiglia, attraverso l’avvocato Fausto Sergio Pacifico, fece un esposto chiedendo di accertare se non era stata adeguatamente valutata l’ipotesi di un’infezione batterica, con accertamenti specifici. La Procura aprì un fascicolo per omicidio colposo e dispose l’autopsia. I medici indagati sono i cinque che la ebbero in cura al Policlinico. Il consulente del pm, però, aveva escluso responsabilità mediche ritenendo che il decesso avvenne per una concatenazione di fattori in una persona già debilitata. Il pm Augusto Borghini aveva chiesto l’archiviazione della vicenda. Il marito e il figlio della donna però si sono opposti e il legale Pacifico ha presentato una consulenza di parte che punta il dito contro la mancata diagnosi tempestiva dell’infezione, che, seppure ne ha causato la morte in concomitanza con altri fattori, per la parte offesa avrebbe potuto essere trattata. Il gip Rita Zaccariello ha ordinato nuovi approfondimenti e il pm ha affidato una nuova perizia a un collegio di specialist che è stata discussa davanti al giudice in incidente probatorio: i nuovi periti hanno tratto conclusioni che si discostano in parte da quelle del consulente che eseguì l’autopsia per la Procura, che avevano invece escluso responsabilità dei medici. Il gip ordinerà ora la trascrizione degli atti e ne disporrà l’invio in Procura, quindi la parola passerà nuovamente al pm che dovrà decidere il destino del fascicolo,