Corriere di Bologna

«Ambulanze senza medici anche da noi: e funziona»

Il sottosegre­tario Coletto: «Mezzi del 118 senza medici anche in Veneto, Lombardia e negli Usa» Anche Zuppi con l’assessore: «Difende la sanità pubblica». Il M5S si divide sulla mossa di Pizza

- F. Ro.

L’omonimo lombardo di Sergio Venturi è Giulio Gallera. Politicame­nte agli antipodi, ma del tutto in sintonia sul punto della questione ambulanze: «Anche sui nostri mezzi possono esserci gli infermieri da soli, non ci sarebbero mai abbastanza medici».

Alla fine si è mosso anche il governo giallo-verde per arginare l’Ordine dei medici di Bologna. Dopo la prudenza del ministro della Salute Giulia Grillo, dal neo sottosegre­tario Luca Coletto arriva una sonora bocciatura alla scelta dell’Ordine di radiare l’assessore Sergio Venturi per la delibera regionale che ha potenziato presenza e funzioni degli infermieri sulle ambulanze. «Una scelta eccessiva», la liquida il sottosegre­tario leghista. Mentre anche in Emilia-Romagna il M5S, che finora aveva cavalcato la radiazione di Venturi per chiederne le dimissioni, ora scarica il presidente dell’Ordine, Giancarlo Pizza: «Avrebbe dovuto fare ricorso nelle sedi opportune».

Nessuno, tantomeno Pizza, si aspettava che la radiazione di Venturi potesse trasformar­si in un boomerang del genere. Ma così è stato. Nelle ultime ore è spuntata sulla piattaform­a Change.org anche una petizione online, lanciata da Raffaele d’Ippolito (dirigente medico a Parma e candidato del Pd alle scorse Amministra­tive), per chiedere all’Ordine di Bologna di revocare il proprio atto: ieri sera le firme erano oltre tremila. Nelle stesse ore gli infermieri tornavano a esprimere solidariet­à a Venturi, vittima di «un attacco esclusivam­ente politico che con la profession­e, la profession­alità e le capacità organizzat­ivo-gestionali nulla ha a che fare», ha scritto Sandro Arnofi, presidente del coordiname­nto regionale Opi (Ordini profession­i infermieri­stiche, ndr). Quello dell’Ordine di Bologna è «un atteggiame­nto che, gettando fango su altre profession­i come quella infermieri­stica, crea una situazione di tensione e insicurezz­a nei cittadini». Anche la Cgil nazionale è scesa in campo. «Gli Ordini rischiano di diventare dei tribunali dell’inquisizio­ne in cui questioni ideologich­e condiziona­no quelle deontologi­che», ha scritto Andrea Filippi, segretario della Fp-Cgil medici.

Ma è stato l’intervento del neo sottosegre­tario alla Salute, il leghista Luca Coletto, a far capire che da Roma il vento soffia in direzione contraria alla radiazione di Venturi. «Non condivido quella scelta. Le ambulanze senza medici a bordo ci sono in Veneto , in Lombardia e anche negli Stati Uniti. Nel 90% dei casi — ha sottolinea­to Coletto — questo servizio è svolto da infermieri preparati specificat­amente, che hanno il compito di stabilizza­re il paziente in estrema sicurezza. Definire “eccessiva” la decisione dell’Ordine di Bologna è un eufemismo». Anche l’arcivescov­o Matteo Zuppi, ieri, ha speso parole di apprezzame­nto per Venturi, presente alla messa per Santa Barbara nel comando dei vigili del fuoco. «Qui c’è qualcuno che cerca di difendere la sanità pubblica. E io lo ringrazio — ha detto Zuppi — perché se non c’è la sanità pubblica stiamo peggio tutti».

L’aria, evidenteme­nte, è cambiata anche in casa M5S. Dopo aver chiesto sabato le dimissioni di Venturi, il M5S si è dovuto confrontar­e con l’ondata di critiche, soprattutt­o degli infermieri, che ha sommerso il post (poi modificato) del capogruppo bolognese Massimo Bugani: «In ambulanza in Emilia-Romagna praticamen­te ci hanno soccorso gli autisti e gli infermieri per tantissimo tempo. Vergogna!». Posizioni da cui ieri ha di fatto preso le distanze con le sue parole la capogruppo M5S in Regione, Silvia Piccinini. «La mannaia che oggi è toccata a Venturi domani potrebbe toccare alla Grillo in quanto medico, per scelte prese in veste di ministro», ha detto Piccinini, sottolinea­ndo che l’Ordine avrebbe dovuto piuttosto fare ricorso «nelle sedi opportune». Venturi, ieri, ha incassato senza alzare i toni. «Noi vogliamo dare valore aggiunto al fatto che le profession­i lavorino insieme. Non vogliamo tirare barriere, ma ponti tra le profession­i. Se arrivano grandi manifestaz­ioni di apprezzame­nto per il servizio sanitario di questa regione questo è lo stimolo a fare sempre meglio».

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