Il Carroccio alla prova della piazza Pronti in 2.500 dall’Emilia-Romagna
Dalla regione 23 pullman per Roma. «Poi staremo a testa bassa sulle elezioni»
Nel pieno della campagna social della Lega in vista della manifestazione dell’8 dicembre in piazza del Popolo a Roma, dominata dallo slogan “Lui non ci sarà”, il partito in Emilia-Romagna è al lavoro affinché nessuno dei suoi militanti resti a casa. Al momento all’appello dei due segretari Gianluca Vinci (Lega Emilia) e Jacopo Morrone (Lega Romagna) tra dirigenti, amministratori, eletti e militante, pare che non manchi nessuno. «Quasi tutti parteciperanno, salvo motivi di salute o famigliari», spiegano i due leader regionali. Dall’Emilia partiranno 18 pullman, due per ogni provincia (un paio anche da Bologna), in tutto più di 2 mila persone (anche perché bisogna contare i diversi i militanti che hanno già scelto di raggiungere la Capitale in auto o in treno). E così faranno anche in Romagna con altri cinque pullman prenotati e altri 500 militanti pronti a scendere in piazza.
I leghisti che da Piacenza a Rimini sabato si dirigeranno a Roma, quindi, saranno in tutto 2.500 e questa volta più che mai quella dei numeri non sarà una guerra da giocare solo con gli avversari, ma per i leghisti dell’Emilia-Romagna rappresenterà anche un modo per tenere alta l’attesa in vista delle Regionali del prossimo autunno. Una gara elettorale che la Lega è pronta a giocare da protagonista rispetto agli alleati locali del centrodestra e rispetto all’alleato nazionale, il Movimento 5 Stelle, che da queste parti è invece un avversario politico. «Sarà un bel momento per ritrovarsi tutti a Roma e fare il punto sul lavoro parlamentare già fatto a partire dalla lotta all’immigrazione clandestina ai provvedimenti sulla sicurezza», sottolinea Vinci. «Faccio parte del governo — aggiunge Morrone, che oltre a guidare il partito romagnolo è anche sottosegretario alla Giustizia — e questa sarà l’occasione per ringraziare chi ci ha votato il 4 marzo e ancora ci sta sostenendo».
Si tratterà soprattutto una dimostrazione di forza del leader Matteo Salvini per fare capire, non solo ai 5 Stelle o al Pd, ma anche agli osservatori esterni, in primis l’Unione europea, qual è il grado di consenso di cui gode in questo momento in Italia il suo partito. A suo modo può risultare rischioso, considerato che la Lega non è per antonomasia un partito di piazza e poi c’è da tenere in conto la giornata festiva. Ma i sondaggi sorridono a Salvini, convinto più che mai che l’organizzazione del suo partito non farà cilecca. E poi, nella sfida governativa quotidiana con gli alleati pentastellati, il ministro dell’Interno vuole a tutti i costi rivendicare con forza i provvedimenti che portano la firma del Carroccio. «A me piacerebbe uno striscione sulla legittima difesa, ci stiamo lavorando proprio in queste ore», racconta Morrone.
Una piazza per caricarsi perché dal giorno dopo si torna a far sul serio, Salvini impegnato nel lungo braccio di ferro sulla manovra con l’Unione europea, mentre qui in Emilia-Romagna Vinci, Morrone, la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni e il capogruppo regionale Alan Fabbri apriranno ufficialmente il capitolo elezioni. «Da gennaio ci metteremo tutti giù a testa bassa a lavorare per le Amministrative ed Europee, con un occhio alle Regionali che saranno la vera sfida del 2019, liberare l’Emilia-Romagna dal PD dopo oltre 70 anni», obiettivo sostiene Vinci «questa volta assolutamente a portata di mano».