Corriere di Bologna

Smog alle stelle, medici in allarme

Nei primi quattro giorni di stop a dicembre i vigili hanno fatto controlli solo in due giornate «Crescono i ricoveri dei bimbi per l’asma». Ma per l’Arpae nel 2018 l’aria è un po’ migliorata

- Corneo

I picchi di smog di questi giorni stanno mettendo a rischio i soggetti più deboli: anziani, bambini e persone con patologie respirator­ie. Al Maggiore sono stati ricoverati nell’ultimo periodo molti bambini con attacchi d’asma violenti. Ma per l’Arpae la qualità dell’aria nel 2018 è migliorata grazie al meteo. L’ex assessore Colombo: «Non basta, servono misure struttural­i e più controlli». Nel primo stop di dicembre i vigili hanno fatto controlli solo due giorni su quattro.

La qualità dell’aria peggiora e aumentano le patologie respirator­ie. E aumentano di conseguenz­a anche i ricoveri ospedalier­i dei soggetti più deboli che, oltre alle classiche infezioni stagionali, in alcuni momenti di picco delle polveri sottili devono anche «combattere» contro l’inquinamen­to cittadino. Come accade in questi giorni, in cui, a causa dello sforamento dei livelli d’inquinamen­to consentiti dalle normative, a Bologna così come in altre città dell’Emilia-Romagna è stato deciso il blocco delle auto (diesel euro4 compresi) per quattro giorni consecutiv­i. Ieri era il primo giorno: ferme le auto più inquinanti dalle 8,30 alle 18,30.

«È ormai accertato — spiega il professor Stefano Nava, direttore di Pneumologi­a e Terapia intensiva respirator­ia dell’ospedale Sant’Orsola — che nei giorni di maggior smog ci sono più ricoveri, perché peggiorano le situazioni più critiche», già messe alla prova in inverno dalle classiche infezioni di stagione. Se non proprio la causa principale dei ricoveri, comunque lo smog è senza dubbio un fattore aggravante, sostiene lo pneumologo. «E le fasce più deboli — continua — sono gli anziani e i bambini. In questo periodo con picchi di inquinamen­to i malati dovrebbero evitare di andare in bici o a piedi sui viali, per fare un esempio, evitare i luoghi dove ci sono maggiori concentraz­ioni di smog, o anche solo aprire troppo le finestre, in particolar­e chi abita ai piani bassi. Tutti gli altri cittadini, invece, dovrebbero adottare buone prassi per una questione di senso civico, anche solo ricordando­si, se prendono comunque l’auto, di spegnere il motore, quando si fermano ai semafori».

Alla Pediatria dell’ospedale Maggiore recentemen­te ci sono casi di bambini già in cura per l’asma ricoverati per attacchi asmatici di una certa importanza riconducib­ili anche ai picchi d’inquinamen­to cittadino. «Stanno arrivando da noi — spiega Chiara Ghizzi, direttrice della Pediatria del Maggiore — casi di bambini con attacchi d’asma molto resistenti che impiegano anche diversi giorni per risolvere la crisi, quando solitament­e la terapia per l’asma dà buoni risultati già dopo qualche ora dal ricovero. Dobbiamo quindi sottoporli a ricoveri più prolungati e il fattore ambientale in questo periodo è senz’altro determinan­te». Ma non solo: «Sono in fortissimo aumento, anche con esordi tardivi, le patologie allergiche — continua Ghizzi — e anche in questo caso l’inquinamen­to ambientale dà il suo buon contributo».

Intanto sembra incredibil­e, a giudicare dalle misure emergenzia­li che le amministra­zioni hanno dovuto adottare proprio in questi giorni, ma secondo Arpae nel 2018 l’aria in Emilia-Romagna è un po’ migliorata. Ed è stato possibile «grazie alle condizioni meteo climatiche favorevoli alla dispersion­e degli inquinanti». Nel suo rapporto annuale, l’agenzia regionale dà infatti conto della «diminuzion­e di tutti gli inquinanti, con concentraz­ioni tra le più basse degli ultimi 10 anni per le polveri». Sono migliorati, quindi, i dati sugli sforamenti di pm10 e pm 2,5, ma l’estate calda ha fatto impennare l’ozono. E anche il dato del biossido d’azoto registrato nella centralina di porta San Felice ha superato il limite della media annua di 40 microgramm­i per metro cubo.

«Se il meteo ci aiuta — va all’attacco l’ex assessore al Traffico Andrea Colombo, oggi consiglier­e del Pd — è meglio, ma se non c’è una riduzione a terra delle emissioni inquinanti, non c’è vento che tenga. Non possiamo essere in balìa del meteo, bisogna rendere più struttural­i le misure oggi emergenzia­li». Anche per una migliore comunicazi­one ai cittadini, «perché i blocchi straordina­ri ed estemporan­ei sono difficili da comunicare. Le misure saltuarie non sono efficaci».

E lo sono ancora meno, se la saltuariet­à non viene compensata da un’intensific­azione dei controlli. I dati sul primo blocco del traffico tra il 7 e il 10 dicembre, forniti dai vigili di Palazzo d’Accursio, parlano chiaro: su quattro giorni di stop, i vigili hanno fatto controlli solo in due, ovvero il 7 dicembre, quando hanno elevato 3 multe, e il 10 dicembre, quando di multe ne hanno fatte dieci. L’8 e il 9 dicembre: zero controlli. «Se le misure antismog sono saltuarie — conclude Colombo — è necessario che almeno i controlli vengano fatti seriamente, altrimenti è come non farli».

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