I legali di Cavallini: acquisire gli atti segreti
L’istanza affinché i giudici sollecitino la presidenza del Consiglio dei ministri
Chiedono alla Corte di sollecitare la presidenza del Consiglio dei ministri affinché porti alla luce gli atti sulla strage coperti da segreto. È la mossa dei difensori di Cavallini che fanno leva sulle promesse dei Cinque Stelle ai familiari delle vittime.
” Gli avvocati Il processo è l’ultima occasione in cui un giudice può chiedere che quei segreti vengano rilevati, sarebbe impensabile non farlo, tanto più che il governo si è detto favorevole L’associazione Bolognesi: «Siamo favorevoli, ma è una manovra per trovare piste alternative»
Il processo a Gilberto Cavallini, imputato per concorso nella strage alla stazione, «è l’ultima occasione per portare alla luce gli atti tuttora coperti da segreto» sul 2 Agosto «e fare luce su carteggi sino ad ora mai resi ostensibili nella loro pienezza». Con questa premessa la difesa dell’ex Nar, avvocati Stefano Bordoni e Alessandro Pellegrini, insiste nel chiedere al presidente della Corte d’Assise Michele Leoni di sollecitare la presidenza del Consiglio dei ministri affinché apra gli archivi e metta a disposizione per intero i fascicoli sull’eccidio costato la vita a 85 persone. La Corte dovrà esprimersi nella prossima udienza e in quell’occasione dovrà anche sciogliere la riserva sui nuovi accertamenti investigativi sollecitati dai legali dell’Associazione, avvocati Andrea Speranzoni e Nicola Brigida, con due diverse memorie che mettono nel mirino il cosidetto livello superiore, la struttura occulta che avrebbe favorito se non commissionato la strage ai neofascisti ragazzini dei Nar. Su questo punto, come si ricorderà, si era consumato uno scontro ruvido tra parti civili e Procura, fermamente contraria all’acquisizione.
Ora è invece la difesa Cavallini a chiedere di portare alla luce eventuali fascicoli classificati, se non segreti, ritenendo che gli stessi atti depositati dalla Procura documentino tuttora la presenza di carteggi incompleti e che non sia più opponibile il segreto di Stato. L’istanza è stata depositata ieri l’altro dai legali che nel documento fanno leva sulle promesse fatte in ordine alla desecretazione degli atti dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, e dai vertici pentastellati del governo, ai familiari delle vittime della strage durante la commemorazione dello scorso 2 Agosto. In quell’occasione, riportano i legali nell’istanza, il ministro ha ribadito come il governo abbia attivato il comitato interministeriale affinché dia piena attuazione alla desecretazione dei documenti. Proprio su questo piano i legali di Cavallini incalzano la parte civile, dalla quale si aspettano «completa adesione all’istanza» considerato che sono «da sempre attente al profilo legato ai cosiddetti servizi segreti deviati e al loro preteso coinvolgimento nella strage». La difesa Cavallini è convinta che in quelle carte non ci siano elementi che accusino l’ex nar, anzi sono convinti che possano scagionarlo.
Nell’istanza si fa riferimento anche ai documenti classificati, ma ostensibili visto il decorso del tempo, sulla misteriosa sorte dei giornalisti Italo Toni e Graziella De Palo, rapiti in Libano nel 1980 e mai più ritrovati. La scomparsa è stata spesso messa in relazione con il sequestro dei missili ad Ortona nella notte tra il 7 e l’8 novembre 1979, che portò all’arresto di Abu Anzeh Saleh, palestinese con passaporto giordano, responsabile della struttura militare clandestina del FPLP in Italia. Un evento che costituisce, insieme alla violazione del cosiddetto lodo Moro, l’architrave della cosidetta pista palestinese dietro la strage alla stazione, archiviata da tempo dalla magistratura.
Un richiamo che mette sul chi vive il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi: «Come noto chiediamo da tempo di avere tutte le carte a disposizione, quindi sono favorevole. A patto che non si tratti, come credo, di una manovra che mira a portare altrove, verso fantasiose piste alternative alla strage dei Nar».