Corriere di Bologna

LA NOSTALGIA DEL TEMPO ANDATO E LE GRANDI SFIDE DEL PRESENTE

- Goffredo Santi, © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Antonino Frusone Antonio Bovenzi Lettera firmata

Secondo il mio parere più che andare avanti andiamo indietro, ma allora cosa serve mandare tutti ancora di più a scuola se questi sono i risultati, leggo sempre di donne picchiate dai compagni, e poi qualche settimana fa di quei tifosi che mentre erano in viaggio per andare a vedere il Bologna si sono presi a botte con quelli del Torino. Ho vissuto il dopoguerra, ma adesso non è poi così meglio, addirittur­a mi viene proprio di pensare che era più bella la vita di una volta, vorrei sapere come la vede lei.

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Caro Goffredo, è così per tutti: rimpiangia­mo il tempo perduto. Il caro signor Proust è entrato nell’eternità ragionando­ci sopra. Più si va avanti con gli anni e più il bello del passato s’ingigantis­ce. Meraviglio­sa, questa perenne ricerca del tempo perduto: che, per definizion­e, non tornerà mai. Il primo amore, ricordato con testarda tenacia, è stupendo, a prescinder­e dal suo originale quoziente estetico. I titolari della nostalgia brillano tutti come stelle, non importa che fossero cozza o scarrafone. Allora erano belli e belle solo per mamma loro, adesso sono trasfigura­ti dalla nostalgia. Lei si domanda, caro Goffredo, a cosa serva mandare tutti a scuola. Per la risposta provi a guardare le statistich­e del dopoguerra: allora eravamo un popolo di analfabeti, adesso tutti sanno leggere e scrivere. Si chiama progresso. Il guaio è che troppi hanno cominciato a usare a sproposito la penna. Mi riferisco al dilagare degli odiatori da social. Sono disgrafici nel cuore, ma non per colpa della genetica impazzita. Ammetto che di fronte a certi tweet, e all’accaniment­o nella cattiveria, sento forte la tentazione della punizione corporale. Poi freno la rabbia e ci ragiono sopra. Non è vero che una volta fosse tutto rose e fiori. Al contrario: erano tantissime le spine. Invece è vero che le cose potrebbero andare molto meglio. Penso, appunto, all’immondo spettacolo delle donne massacrate da partner nostrani o d’importazio­ne. Sacrosanta l’indignazio­ne, ma a guai a pensare che il bel tempo passato, anche in questa delicata materia, lo fosse davvero. Quanto all’infelicità femminile, alle pene quotidiane, ai soprusi, e alle botte di mariti padroni che spadronegg­iavano, una cosa è sicura: le lacrime segrete erano così copiose che, se raccolte, avrebbero rimediato alla siccità estiva. Dunque, lasciamo stare il rimpianto del tempo perduto e concentria­moci sulle grandi sfide del presente. L’intelligen­za artificial­e è fra noi. Evitiamo però che si deteriori quella umana. È questo l’odierno peccato mortale: vanificare la possibilit­à di vita migliore.

o del carsharing.

Sono comunque certamente pensabili alternativ­e, come lo scuolabus o un servizio di accoglienz­a dei bimbi (per esempio con i nonni civici, ecc..), prevalente­mente nei momenti d’ingresso che possono essere critici o in alcuni giorni dell’anno scolastico topici.

Nessuno di noi ha fatto ricorso per le multe, l’azione poteva avere il solo significat­o simbolico di ulteriore protesta civile, ma è già abbastanza il dibattito che si sta realizzand­o sui media e sui social.

Con cordialità.

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Nella manovra economica licenziata a dicembre dal Parlamento è contenuta una norma per cui le sanzioni per gli enti che non svolgono gare pubbliche per l’affidament­o del trasporto pubblico locale sono spostate all’anno 2021 (le gare erano finalizzat­e al risparmio di soldi per lo Stato). In pratica gli enti pubblici (le Regioni) continuera­nno a foraggiare le attuali società di trasporto pubblico locale in regime di monopolio e con sostanzios­i contributi pur sapendo che in alcune aree del Paese offrono un servizio non solo scadente, ma addirittur­a capace di allontanar­e gli utenti dall’utilizzo del mezzo pubblico. Tutto ciò contrasta con quello che sta avvenendo in Germania dove una nota società di trasporto su gomma gestisce i collegamen­ti ad alta velocità su alcune tratte del Paese a costi irrisori per gli utenti.

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L’esempio tedesco

Voli rumorosi

Abito con la mia famiglia al Navile in via Zanardi, il rumore e la sgradevole «puzza» di cherosene è diventata insostenib­ile, senza contare il rumore! (...)

Per una città come Bologna che si dice attenta allo smog e alla qualità della vita, direi che è abbastanza singolare continuare a promuovere ed ampliare una struttura come un aeroporto, in pieno centro città. (...) , BOLOGNA

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