Per la corsa salvezza in campo anche il tifo
Archiviata (male) la Coppa, il Bologna deve giocarsi tutto per la salvezza. E il 12esimo uomo c’è
Le partite di plastica sono finite. Da domenica si ricomincia con quelle vere. La sfida con la Juve, alla luce della profonda crisi societaria e di risultati, non interessava neppure ai più fedeli tifosi rossoblù: «Finta, di plastica», hanno detto dalla curva.
Il pensiero era e va a Ferrara e poi al match con il Frosinone. La svolta sportiva può arrivare nei prossimi 180’, quelli falliti all’andata. Quella invece legata alla gestione del club no. Ha tempi più lunghi e il monitoraggio dei gruppi ultras che sabato sera, disinteressandosi dell’aspetto agonistico, hanno ribadito le loro richieste: via Fenucci, Bigon e Di Vaio e dialogo a quattr’occhi con Saputo.
Il cuore pulsante in questi giorni è tutto lì: l’operato del management in questo mercato di riparazione (tutto a spese sempre del chairman) dopo la fallimentare campagna estiva, simile a una scommessa, e successiva comunicazione sempre ultrapositiva a dispetto dei risultati e del gioco (con Inzaghi, come sabato sera, solista nel coro). Tensioni col club sempre presenti, anche se a Ferrara gli striscioni di sabato sera non verranno riproposti. Potrebbe però riaccadere se i dirigenti si opporranno all’incontro con Saputo. Il quale, tenuto per 4 anni nella sua bolla impermeabile, non si sa quando arriverà a Bologna: per la partita con la Spal o con il Frosinone? Più per la seconda, così da pesare il risultato di Ferrara. Quasi tutto è legato a quei punti. La sorte di Inzaghi, tenuto sul crinale dell’esonero ormai da due mesi; l’arrivo appunto del chairman; la conseguente presentazione dei rendering del restyling del Dall’Ara, da sbandierare giusto per recuperare qualche «voto». Presentazione in bilico e ancora tutta da costruire: location da trovare (non si esclude il Dall’Ara), data da concordare con il sindaco Merola, che mettendoci 30 milioni magari è meglio che ci sia.Quisquilie di fronte al derby, in uno stadio che va verso il tutto esaurito: 16.184 la capienza, 8.471 abbonati, prevendita a quota 3.366 e 1.345 nel settore rossoblù. Piccolo stadio, piccolo esodo. Rimangono ancora 140 biglietti per andare in curva, mentre sono vietati per i residenti a Bologna gli altri settori.
Una partita fondamentale per entrambi, con i due allenatori sulla graticola. La Spal, a parte l’acquisto dell’ex rossoblù Viviano (ma forse ci sarà ancora l’altro ex in porta, Gomis) non ha chiuso alcuna operazione di mercato (tante voci però, in uscita e in entrata), mentre fra i rossoblù ecco Sansone e Soriano, in attesa di un esterno decente. Inzaghi pare insistere col suo 35-2 dal baricentro bassissimo e anche il collega non è intenzionato a cambiare assetto. Un pareggio farebbe sconten- ti tutti, ma forse lascerebbe anche tutti vivi.
Il pericolo è di assistere a un match brutto e impaurito. Non sarà però di plastica come l’assurda serata di sabato con la Juve, in uno stadio mezzo vuoto (solo 15 mila presenti) e senza alcun entusiasmo: un altro insuccesso di questa quadriennale gestione societaria costata a Saputo solo 130 milioni. Insuccesso risollevabile in parte solo con i risultati e la salvezza. Ma Joey il “will change” l’ha pronunciato eccome. A prescindere.
Sulla graticola La prossima partita peserà sulle sorti dei due allenatori: Inzaghi e Semplici