Corriere di Bologna

«Sfottò, non razzismo» Ma tra malintesi e psicosi il Dall’Ara finisce nel fango

- A.Mos. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quando la psicosi genera mostri, sbattuti in prima pagina senza un perché. È il caso del pubblico di Bologna, messo alla berlina sabato sera per presunti ululati razzisti all’indirizzo dello juventino Kean: «uuuuu» arrivati al primo tiro fuori bersaglio dell’attaccante bianconero che avevano fatto drizzare le orecchie a tutti, salvo poi capire ben presto che lo stesso verso veniva rivolto anche ai tiri dei vari Khedira, Bernardesc­hi e tutti i giocatori della Juve. E che non si erano ripetuti né ai tocchi di palla né al gol di Kean. L’accusa lanciata in diretta dai cronisti Rai — senza successive rettifiche, quando lo scenario era chiaro — ha poi generato un corto circuito mediatico e social facendo finire i tifosi rossoblù nel tritacarne del web e non solo, al punto che anche in alcuni telegiorna­li nazionali di ieri si è parlato dei presunti ululati razzisti bolognesi in riferiment­o alla partita di Coppa Italia, senza nemmeno avanzare il minimo dubbio. Nel giornale di ieri avevamo già ricostruit­o quanto effettivam­ente accaduto al Dall’Ara, inoltre il Centro Bologna Clubs ha diffuso una nota di spiegazion­e («gli uuuuu erano semplici sfottò ai tifosi ospiti, che accompagna­vano ogni azione d’attacco della propria squadra con lo stesso verso») chiedendo smentite e invitando il Bologna Calcio «a promuovere ogni iniziativa volta a difesa dell’immagine civile della propria tifoseria e del buon nome della città». Purtroppo in quei minuti in difesa della città non sono arrivati interventi dell’area comunicazi­one del club, forse impegnato a chiedere alla curva rossoblù di rimuovere gli striscioni di contestazi­one apparsi prima e durante il match, senza risultato. Tornando alla questione principale: il razzismo nel calcio è un problema serio e reale che va represso in ogni modo, con forza e senza pericolose sottovalut­azioni. Ma evocare fantasmi o gridare «al lupo», come accaduto sabato a Bologna, non aiuta a combattere uno dei mali dello sport italiano.

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