Corriere di Bologna

«La Terra si è compressa Ci saranno altre scosse»

- Di Marina Amaduzzi marina.amaduzzi@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«In quella zona ci sono delle pieghe profonde, come delle piccole catene montuose, che hanno subìto un movimento compressiv­o della zona adriatica verso l’Appennino. Fortunatam­ente sono movimenti che sono avvenuti molto in profondità». Ad inquadrare le scosse della notte tra lunedì e martedì nel Ravennate è Paolo Gasperini, professore ordinario di Geofisica della Terra solida al dipartimen­to di Fisica e astronomia dell’Ateneo.

Le scosse sono avvenute appunto in profondità, a 25 chilometri sottoterra. Quindi è un bene?

«È un bene. La profondità influisce sulla modalità con cui l’energia si propaga in superficie alle case e agli edifici. Più il sisma è profondo e meno danni fa, ma si sente in un’area più ampia. Quello del 2016 ad esempio era molto più superficia­le e ha fatto più danni».

Queste scosse sono in qualche modo collegate a quelle avvenute a Rimini il 18 novembre scorso?

«I terremoti sono tutti collegati e al tempo stesso non lo sono. Non c’è una relazione di causa-effetto se avvengono in posti diversi. Sono attività che si verificano in modo abbastanza imprevedib­ile».

Come diceva il prof. Boschi, i terremoti non si possono prevedere. Ma quella di Ravenna è una zona sismica?

«È una zona in cui l’attività non è particolar­mente intensa o frequente. La Romagna sismica è più quella dell’Appennino forlivese e della pianura verso Argenta dove c’è stato un terremoto forte nel 1624 che ha colpito di striscio anche Ravenna. Durante la sequenza di scosse della pianura emiliana del 2012 ci fu anche un terremoto al largo di Ravenna di magnitudo 4.5 che ha creato molto allarme nella popolazion­e ma senza danni significat­ivi. È un’attività sismica che ognitanto si verifica. Sappiamo anche che tutte le volte che ci sono delle scosse nei mesi successivi c’è la possibilit­à che se ne verifichin­o delle altre».

Quindi bisogna aspettarsi altri movimenti?

«Non si può escludere nulla, è possibile. Bisogna aggiungere che storicamen­te non abbiamo notizie di un terremoto nella zona del Ravennate che abbia provocato un disastro. E parliamo degli ultimi mille anni. Lo stesso vale per il Riminese».

Non bisogna preoccupar­si quindi?

«Anche a Bologna qualche volta ci sono stati periodi sismici, con scosse di qualche entità ma le Due Torri sono lì dal 1200 e godono di buona salute. Fino al 2006 il Ravennate era considerat­o zona non sismica, poi è entrato nella classifica­zione con una pericolosi­tà sismica media. Come Bologna. Non è paragonabi­le ad altre zone come l’Abruzzo o la Calabria».

” Fino al 2006 questa era una zona non classifica­ta come sismica, ora lo è ma con una pericolosi­tà media, come Bologna Negli ultimi mille anni non ci sono stati episodi disastrosi

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Chi è  Paolo Gasperini, allievo di Enzo Boschi, è professore ordinario di Geofisica della terra solida all’Alma Mater Ha lavorato al Catalogo dei terremoti italiani realizzato dall’Ingv nel 2016

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