Corriere di Bologna

Corte d’Appello «Marciscono 2mila processi» Sos personale

Allarme di Valenti

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Ogni anno in Corte d’Appello 2mila processi «marciscono come zucchine lasciate nella dispensa». La metafora, che è anche un grido d’allarme, è del giudice Stefano Valenti, coordinato­re delle sezioni penali, che descrive preoccupat­o la situazione già fotografat­a due settimane fa dal dossier della Cgia di Mestre. Alla grave insufficie­nza di organico, per cui appunto ogni anno 2mila processi restano pendenti, si aggiunge ora la preoccupaz­ione per l’ingolfamen­to che causerà il nuovo appello per le condanne in primo grado di Aemilia. In un distretto in cui ci sono in servizio 1,1 giudice ogni 100mila abitanti, rispetto ai 6,2 di Reggio Calabria e i 4,2 di Messina, già il primo appello di Aemilia per quegli imputati che avevano scelto il rito abbreviato, «ha visto crollare la produttivi­tà della terza sezione» osserva il giudice Valenti, visto che tre giudici sono stati dedicati solo a quel processo. «Dedicherem­o un intero collegio, tre giudici su otto della seconda sezione, per una cinquantin­a di udienze almeno tre a settimana, più il tempo per redigere la sentenza». A ottobre il Tribunale di Reggio Emilia ha inflitto 125 condanne in primo grado, contro cui gli imputati ricorreran­no. Per Valenti, dunque, la situazione non potrà che peggiorare nel prossimo anno, se non arriverann­o nuovi giudici, così come «in passato il Meridione è stato rinforzato in previsione dei processi di mafia, `ndrangheta e camorra». (An. B.)

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