Ex Breda, la Fiom «scarica» Di Maio
Lavoratori senza stipendio. L’ira dei sindacati: «Usati per fini elettorali»
Viene in mente la commedia di Aldo Fabrizi Hanno rubato un tram a vederli sopra un autobus per chiedere, per l’ex Breda, un polo produttivo per la mobilità sostenibile. Non solo gli operai, ma anche i ferrotranvieri e la Cgil tutta. Per difendere la storica azienda e i suoi lavoratori, di nuovo senza stipendio, con quel bus sono restati fermi, come i progetti per Industria Italiana Autobus, davanti al deposito Tper.
A fare il punto c’erano il segretario generale della Camera del Lavoro Maurizio Lunghi, quello della Filt Andrea Matteuzzi e quello della Fiom Michele Bulgarelli. All’ultimo tavolo il governo aveva chiesto altri due mesi per il piano industriale (ora il 70% è Karsan, il 30% Leonardo) e non era stato raggiunto l’accordo sulla cassa integrazione per Flumeri. In attesa di capire se pure a Bologna sarà necessario l’ammortizzatore, la Cgil fa quadrato intorno all’ex impresa eccellente, che per i ritardi nelle consegne ha perso la metà delle commesse (450 bus). Il timore è che a quelle rimaste si dia risposta con la sola produzione in Turchia. E che, saltato il Durc (documento di regolarità contributiva) per il mancato versamento dei contributi, non si possa partecipare a nuove gare.
«Qui si potrebbe realizzare il polo nazionale per la mobilità sostenibile — tuona Lunghi — Ci troviamo invece di fronte alle bugie di un ministro che ha usato IIA per fare campagna elettorale. Senza le risorse della Regione, la situazione sarebbe più drammatica. Il governo si presenti presto con una proposta definitiva». Contro il M5S anche i delegati Fiom, che per primi avevano sperato nella statalizzazione e che ora non escludono iniziative di lotta. «I pentastellati locali ci devono rispetto. Qualcuno li ha votati, ma la Fiom c’era già – ironizza Cristiano Bruni – Non possono attaccare la Regione quando fa comodo e stare zitti se conviene». Poi l’affondo: «Se Cip e Ciop hanno bisogno di andare in giro, li portiamo col bus!». Il riferimento è al video girato da Alessandro Di Battista, in auto con Luigi Di Maio. «Se la proprietà chiederà la cassa anche per noi — mette in guardia Riccardo Prussiani —, non la firmeremo. Il portafoglio ordini è di 1020 veicoli, la produzione va riportata in Italia». «Non si fanno promesse che non si possono mantenere », denuncia Bulgarelli. Sulle competenze insiste il numero uno della Filt Matteuzzi: «C’è collaborazione fra i tecnici Breda e gli autisti, interpellati in fase di progettazione per superare le criticità riscontrate alla guida. Come faremo se tutto si sposta in Turchia?». Del caso IIA si è discusso anche alla Camera dove Gianluca Benamati, vicepresidente della commissione Attività produttive, insieme agli altri deputati Pd emiliani, ha presentato un’interpellanza urgente: «Di Maio dica come intende assicurare la continuità aziendale e quali iniziative metterà in campo per trovare una soluzione».