Cardo di fossa, una mostra per salvarlo dall’estinzione
A Fico
Èun ortaggio che sta sparendo. La coltura del cardo di fossa bolognese, storica produzione a consumo invernale delle nostre campagne che veniva consumato fresco in pinzimonio, è oggi quasi scomparsa. Fatta eccezione per un piccolo coltivatore, Pietro Frascaroli, con il suo podere a Trebbo di Reno. L’allarme arriva dalla Fondazione Fico attraverso la mostra fotografica «Archeologia orticola: il salvataggio del cardo di fossa bolognese», che si aprirà domenica 20 alle 12 nell’area antistante la sede della Fondazione. «I bolognesi - dice Duccio Caccioni, curatore della mostra con Stefano Tartarini - sembrano aver tralasciato buona parte delle proprie tradizioni agricole: oggi sono numerosissime le varietà quasi scomparse, a partire dall’uva Angelica che veniva portata in omaggio al papa in occasione della vendemmia. Così i pomodori Ricci e le zucchine chiare bolognesi, utilizzate per le zucchine ripiene. Per il cardo di fossa oggi sono scomparsi i tanti produttori che si dedicavano a questa coltura. La mostra vuole sensibilizzare intorno a tradizioni e sapori antichi che rischiano di sparire per sempre». Il percorso espositivo, organizzato con il sostegno di Agribologna, sarà visitabile con ingresso gratuito sino al 20 febbraio, dalle 10 alle 23. Il pubblico troverà immagini storiche dagli anni Settanta a oggi, che documentano, nel tempo, le fasi di lavorazione del cardo, dalla selezione dei semi, alla vendita. All’inaugurazione interverranno Andrea Segrè e Alessandro Bonfiglioli, Fondazione Fico. Il vernissage si concluderà al ristorante Il Teatro della carne di Fico, con un piatto firmato dallo chef Ivan Poletti, cardi di fossa con salsiccia di Mora Romagnola.