Il pescatore e l’usuraia Le voci di Lampedusa
Lo spettacolo dell’inglese Anders Lustgarten e il dramma degli sbarchi sull’isola In scena Finocchiaro e Troiano «Senza fronzoli, mostriamo i fatti e sono immagini davvero forti»
Stefano è un pescatore siciliano e per campare recupera i corpi di chi è annegato in mare. Denise, italo-marocchina immigrata di seconda generazione, si mantiene agli studi lavorando per una società di riscossione prestiti. Di primo acchito non suscitano simpatia. Eppure, se speranza ci sarà, passerà attraverso la sensibilità di Denise e Stefano. Lampedusa, titolo dello spettacolo tratto dal testo di Anders Lustgarten, è in scena domani al Teatro Duse con Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano nel ruolo dei protagonisti (ore 21, info 051 231836). Con l’adattamento e la regia di Gianpiero Borgia, nel mostrarci le migrazioni di massa, il contrasto tra la multiculturalità e la difesa delle etnie, i muri di un’Europa che avevamo immaginato senza confini, in fondo di questo ci parla: di speranza. E il punto di partenza è proprio questo confronto ruvido tra due persone comuni.
«All’inizio – spiega Donatella Finocchiaro – siamo ostili, cinici. Lui fa la parodia dei “negri”, io non ho pietà di nessuno. Ho la pelle un po’ più scura ma sono vissuta in Brianza e parlo brianzolo. Abbiamo i nostri problemi, ma anche occhi scintillanti di speranza. Dal cinismo iniziale ci ammorbidiamo. A un certo punto un gesto di gentilezza mi fa sgretolare». «Questo testo – aggiunge Fabio Troiano – è senza fronzoli. Ti dà la fotografia di ciò che succede. Stefano fa il pescatore di morti e la cosa fa rabbrividire già a dirlo. Non c’è bisogno di ricamarci su. Al pubblico queste immagini arrivano fortissime. A Messina, per dire, signore e signori eleganti venivano in camerino e piangevano, tanto erano scossi». Colpisce che un autore britannico abbia scritto di un tema con tale precisione. «È un paradosso che lui, inglese, senta l’urgenza di parlare di un pescatore lampedusano. Per Denise è diverso: in una versione è persino cinese. Perché in tutto il mondo si può subire il razzismo», argomenta Finocchiaro. Per Troiano «forse è un elemento importante il fatto che Lustgarten sia apparentemente lontano da certe tematiche. Ma credo che la forza di questo giovane drammaturgo stia proprio nell’essere così capace a scrivere di argomenti civili. La bellezza di questa pièce sta nella crudezza».
In questi giorni molti artisti, sull’onda della polemica innescata da Claudio Baglioni, stanno prendendo posizione sulla questione immigrazione. «Chi fa il nostro mestiere – le parole di Troiano – deve caricarsi della responsabilità civile e morale di parlare dei problemi e svegliare le coscienze». Donatella, catanese, a Lampedusa ha girato Terraferma di Crialese. «Lì ho visto gente che urlava di gioia perché salvata dalla disperazione e sentito racconti di pescatori stanchi di pescare esseri umani. Siamo attori, se c’è un tema che tocca il sociale dovremmo avere la sensibilità di aprire lo sguardo verso il mondo».
” Troiano Dobbiamo caricarci della responsabilità di parlare dei problemi e svegliare coscienze