Ex Breda, interviene Bugani dell’M5s «È ferma da troppo, caso complicato»
Dopo le critiche della Fiom: «Soffro, ma non voglio illudere nessuno»
Alla fine, tirato per la giacchetta più volte dagli operai della ex Bredamenarini e dalla Fiom, il leader bolognese del Movimento 5 stelle Massimo Bugani interviene sul futuro della storica azienda produttrice di autobus. Le sue parole non lasciano presagire, però, niente di buono.
«Soffro per la Bredamenarini, ma non voglio illudere nessuno», ha detto ieri ai microfoni di Ètv. Proprio nei giorni scorsi, durante un incontro convocato con la stampa su un veicolo marchiato Bredamenarinibus e alla presenza del segretario generale della Cgil Maurizio Lunghi, i delegati del sindacato rosso avevano palesato la loro delusione nei confronti dei pentastellati, a cui molti degli operai avevano dato fiducia dopo le promesse di statalizzazione fatte davanti ai cancelli dal vicepremier Luigi Di Maio in persona. «I pentastellati locali ci devono rispetto. Qualcuno li ha votati, ma la Fiom c’era già — aveva ironizzato il delegato Fiom, Cristiano Bruni —. Non possono attaccare il governatore Stefano Bonaccini solo quando fa comodo e stare zitti se conviene».
Ecco allora quella che sembra da un lato la giustificazione al lungo silenzio e dall’altro una scelta di prudenza rispetto all’evolversi della delicata situazione di uno dei collaboratori più vicini al ministro del Lavoro Di Maio. «Il caso Bredamenarini è difficilissimo ed è difficilissimo per come lo abbiamo ereditato — è la posizione di Massimo Bugani —. È un’azienda ferma ormai da troppo tempo, per cui non è facile nemmeno questa narrazione con Trenitalia e la sua costola Busitalia, con Invitalia e con Leonardo», che avrebbero dovuto guidare il capitale dell’azienda, prima della soluzione che ha portato alla maggioranza turca ora al 70%. «In un primo tempo — dice l’esponente dei Cinque stelle — sembrava fossero pronti ad investire, poi si è visto che era più faticoso, più tortuoso. Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma questo racconto che vuole fare il presidente Bonaccini, dopo che il Pd ha lasciato che questa azienda venisse sfasciata e spolpata, è abbastanza ridicolo».
«Di Maio — è la visione di Bugani — ha preso in mano una situazione disperata e senza clamore sta provando a salvarla. Io però non voglio fare promesse, perché la situazione è complessa. Preferirei che si riuscisse a regalare a questi lavoratori una bella sorpresa piuttosto che dire che si stanno risolvendo tutti i problemi».