Corriere di Bologna

«Bonaccini si liberi dagli yesman Solo così vincerà»

- Beppe Persichell­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il politologo dell’Alma Mater Paolo Pombeni non si stupisce della Lega primo partito in regione, secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere di Bologna. «Mi aspettavo una crescita, le tendenze nazionali — spiega — si riflettono anche qui. La Lega sta calvando un’opinione pubblica a metà, tra chi vuole rovesciare il tavolo con soluzioni radicali e chi pensa che bisogna lavorare con realismo. Un connubio che ai 5 Stelle anche qui in Emilia-Romagna non riesce».

Per questo il M5S è dato in discesa?

«Non stanno mostrando grande capacità di governo. Non che la Lega sia molto differente, però ha diversi personaggi che si muovono con un certo realismo».

Il Pd invece è sempre più in difficoltà.

«È vittima della cattiva immagine che dà di sé. C’è una strana discrepanz­a tra il buon indice di consenso per Bonaccini e la sfiducia nei confronti del partito. Bonaccini può essere contento sul piano personale, ma per vincere ha bisogno di poter contare sul partito».

Come può Bonaccini invertire la tendenza negativa del suo partito?

«Deve cambiare radicalmen­te la classe dirigente, compreso chi ha fatto bene. E pescare da fuori, ma lasciando perdere i tanti yesman pronti a salire sul carro, non sono loro a far recuperare consensi».

Chi allora?

«Figure competenti che arrivano dagli strati profondi della società. La competenza è fondamenta­le, è l’elemento che sta più deludendo l’elettorato del M5S».

Ciò significa non ricandidar­e consiglier­i regionali e assessori di questo mandato?

«Quando si fanno queste operazioni bisogna avere coraggio. Potrà salvarne un 20%, solo così arriverà il messaggio che è finita un’epoca. A furia di non fare così, prima la Dc, poi il Pci-Pds-Ds sono stati fatti fuori».

Il 38% degli emiliano romagnoli è ancora indeciso. Troppo?

«Vista la confusione che regna, per me è anche poco. Non mi sarei stupito se il dato fosse stato attorno al 45%. Ma ci sarà una ripresa positiva in tal senso, soprattutt­o a ridosso delle elezioni, quando gli scontri si drammatizz­ano e in molti decidono da che parte stare. È un dato che si sgonfierà anche se non di tanto, direi attorno al 25-30%».

Il dato che riguarda i Comuni è particolar­e: per il 33% va bene così, per il 41% no.

«Nei momenti di svolta le persone si dividono in due blocchi: chi dice che si può sempre peggiorare e chi vuole cambiare. La cosa più scaltra che può fare ogni forza politica è unire questi due aspetti: garantire cambiament­o ma con gente nuova».

Servono figure competenti che arrivino dagli strati profondi della società Bisogna avere coraggio

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