Rifiuti, il passo indietro disorienta «Meglio i cassonetti». «Sono brutti»
I bolognesi divisi su card e ritorno dei bidoni. Ma a Granarolo si fa (bene) dal 2016
” In centro Il porta a porta così com’è adesso non è il massimo, ma lo stesso vale per i cassonetti
” Al Savena I bidoni con la calotta sono continuamente bloccati da chi mette sacchi grandi
C’è chi strizza l’occhio al ritorno dei cassonetti e chi preferirebbe che tutto rimanesse così com’è. Poi c’è il signor Giovanni, che, appena sente parlare di raccolta differenziata, sbuffa e non le manda a dire: «Non facciamo altro che complicarci la vita». Le novità previste dal Comune per il piano rifiuti, presentate l’altro giorno dall’assessore Alberto Aitini, dividono i bolognesi. Sulla Carta Smeraldo e sul ritorno dei cassonetti per l’indifferenziato prima al Savena, dopo in centro e poi via via in tutta la città entro il 2021, in tanti sono già informati e preparati. Ma ognuno la vede a suo modo.
«Prima la calotta, ora la tessera: le stiamo provando tutte. Ma chi ci garantisce che funzioneranno bene e non si bloccheranno mai?», si domanda diffidente Giovanni, a passeggio su via D’Azeglio. «Io sarei più felice con i cassonetti» dice invece Giustina Carla, residente nella stessa strada. «Brutta idea — replica a distanza di qualche metro Alessandro —. Certo, il porta a porta così com’è non è il massimo e i rifiuti in bella vista non fanno bene a una città che sta crescendo tantissimo in termini di turismo, però lo stesso vale per i cassonetti. Io per esempio metterei più isole interrate», suggerisce.
«Se l’obiettivo è fare una raccolta differenziata migliore, come chiede l’Unione Europea, ben vengano i cassonetti. Anche se non sono il massimo dal punto di vista estetico», aggiunge Alfonso, intercettato a pochi metri da Palazzo D’Accursio, così come il signor Gianni. La sua è un’opinione leggermente diversa: «Se sono tenuti bene, puliti, lavati e via dicendo, non sarebbero neanche così brutti da vedere. Onestamente, l’idea di far tornare i cassonetti non mi sembra sbagliata, tutt’altro».
Dal quartiere Savena, invece, ecco la signora Vera: «Speriamo che con questi nuovi bidoni cambino un po’ di cose. I cassonetti con la calotta sono continuamente bloccati per colpa di gente che mette sacchi troppo grandi. È anche su questo che bisogna stare attenti». «Il problema è che a tanti non interessa nulla: possono mettere tutti bidoni che vogliono, ma se manca questo genere di sensibilità è tutto inutile», interviene Marta, una residente di via Toscana. Ed è qui che Stefano aggiunge: «La cosa più importante è che alla fine, come è stato promesso, il Comune poi applichi davvero la tariffazione puntuale. Altrimenti è una presa in giro».
Stando alla legge regionale 16 del 2015 (e come confermato dall’assessore Aitini), entro il 2021 la tariffazione puntuale diventerà realtà anche sotto le Due Torri. Ma nell’attesa, da Granarolo arriva un buon esempio. A pochi chilometri dal capoluogo, dal 2016, infatti, sono già presenti dei cassonetti per l’indifferenziato che funzionano più o meno come quelli che arriveranno sotto le Due Torri. «Si aprono con un badge che funziona anche coi cassonetti per pannoloni e pannolini», spiega Daniela Lo Conte, primo cittadino di Granarolo.
«Per gli altri rifiuti ci sono invece dei normali cassonetti stradali, mentre per l’organico ci sono quelli marroni che si aprono con una chiave. Ognuno ha la sua per aprirlo». Soddisfatti? «Siamo contentissimi — dice Lo Conte —: oggi siamo all’84,3% di raccolta differenziata, ma quando siamo partiti eravamo al 49%. Vuol dire che funziona», conclude il sindaco. «E il merito aggiunge — è soprattutto dei cittadini, che si sono dimostrati fin dall’inizio attivi e collaborativi».