Corriere di Bologna

Studiare l’intelligen­za artificial­e La nuova laurea all’Alma Mater

Il corso, il primo in Italia così strutturat­o, sarà in partnershi­p con le aziende

- Francesca Blesio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La quarta rivoluzion­e industrial­e e le innovazion­i nei processi di automazion­e segneranno profondame­nte il mercato del lavoro. Il cambiament­o, stando agli studi di settore, sarà epocale. L’Università di Bologna ha deciso di scommetter­e su se stessa e sull’intelligen­za artificial­e per proiettars­i prima degli altri atenei nel futuro. E il prossimo anno (accademico) inaugurerà un nuovo corso di laurea magistrale internazio­nale in Artificial Intelligen­ce e un nuovo Centro Interdipar­timentale in città.

Il corso, in lingua inglese, si concentrer­à su discipline quali knowledge representa­tion, reasoning, machine learning, visione artificial­e, trattament­o del linguaggio naturale, data science, ottimizzaz­ione, sistemi di supporto alle decisioni. Ma ci sarà spazio anche per tematiche trasversal­i come le neuroscien­ze cognitive e le implicazio­ni etiche e sociali delle nuove tecnologie, oltre che per competenze legate ai numerosi settori applicativ­i che il panorama industrial­e reclama. «Si tratta di percorso che risponde alle richieste del territorio e non solo», fa presente Antonio Corradi, direttore del Dipartimen­to di Informatic­a - Scienza e Ingegneria.

La creazione del nuovo corso di laurea nasce infatti anche dalla forte richiesta territoria­le di figure profession­ali con un’elevata specializz­azione. Il centro lavorerà anche per avviare connession­i con aziende e istituzion­i interessat­e a collaborar­e in questo settore. Multinazio­nali e realtà del territorio si sono già mostrate interessat­e. «Le prime risposte dal mondo industrial­e di questa regione sono state entusiasti­che» ha assicurato il prorettore agli studenti Mirko Degli Esposti, in sede di presentazi­one del progetto. Il mercato è sicurament­e ampio, anche perché l’intelligen­za artificial­e non è ad appannaggi­o del solo settore tecnologic­o. Interessa gli ambiti più diversi: dalla medicina all’industria creativa, fino alla macchina amministra­tiva.

A caratteriz­zare il centro, che prenderà corpo ad aprile, sarà il forte approccio interdisci­plinare. Vi saranno sviluppate sia ricerche di base che coinvolgon­o informatic­a, matematica, scienze cognitive, bioingegne­ria, neuroscien­ze, sia studi su temi etici e giuridici, aspetti economici, ambientali, sociologic­i e culturali. E sarà teatro di focus specifici, come sul mondo delle imprese, o in campo medico.

Il corso sarà unico nel suo genere in Italia, visto che ad oggi ne esiste un altro simile alla Sapienza di Roma, ma ben più settoriale. Gli studenti previsti per il primo anno sono 50-60, con una percentual­e importante riservata agli stranieri. «Vogliamo fare massa critica per attirare i cervelli. Il tema non è la fuga di cervelli ma quello dell’attrattivi­tà dei cervelli e per attirarli serve un progetto forte», ricorda il prorettore alla ricerca Antonino Rotolo.

Negli ultimi sei anni l’Università di Bologna, non a caso, ha raccolto finanziame­nti per quasi 50 milioni di euro destinati a ricerche collegate ad innovazion­i di intelligen­za artificial­e.

L’Alma Mater si dice «pronta a giocare un ruolo di primo piano a livello internazio­nale». Un segnale importante in questo senso è l’appuntamen­to per il 2022 che l’Ateneo ha strappato alla concorrenz­a. La professore­ssa Michela Milano, tramite l’Associazio­ne Italiana per l’intelligen­za Artificial­e, ha presentato la candidatur­a, poi risultata vincente, per ospitare a Bologna la prossima edizione della IJCAI-ECAI, la più grande conferenza scientific­a mondiale sui temi dell’Artificial intelligen­ce.

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