E adesso chi gioca accanto a Palacio?
In mezzo, sulla fascia, con qualsiasi modulo: Sinisa ha tante opzioni ma l’attacco ha una certezza ed è la classe di Rodrigo
Se c’è un problema che certamente non ha Sinisa Mihajlovic, è dove collocare in campo il fresco trentasettenne Rodrigo Palacio, uno che continua a macinare chilometri partita dopo partita come se fosse stato immerso nella piscina di Cocoon. «È il più in forma di tutti — aveva scherzato il tecnico serbo sabato — è una buona notizia ma può essere anche cattiva visto che il più vispo è uno di trentasette anni»: un messaggio dei suoi, rivolto ad un gruppo che può solo imparare dalla dedizione e dalla professionalità del Trenza.
Il vecchio 3-5-2 di Filippo Inzaghi gli consegnava un posto fisso, di fianco alla torre Santander, ma il 4-3-3 e il 4-23-1 che alternerà Mihajlovic aprono nuovi orizzonti anche per Palacio: tre o quattro posti in cui giostrare l’argentino con una sola sicurezza, ovvero vederlo in campo. El Trenza è la certezza del tecnico serbo, inutile girarci intorno: un jolly che con la sua esperienza può fare il falso centravanti, l’esterno o addirittura il trequartista in caso ci sia bisogno di un Bologna a trazione totalmente anteriore. «Non vorrei farlo giocare esterno per preservarlo un po’, per farlo faticare di meno e farlo esprimere al massimo», spiegava Sinisa prima dell’Inter. Un’idea per non sfiancarlo attuabile più nel 4-3-3 — dove può centellinare maggiormente i rientri da esterno — che nel 4-2-3-1, dove i posti centrali sembrano riservati a Soriano (trequartista, con Dzemaili in alternativa) e a Santander, con Destro possibile piano B.
Un ruolo nella scelta della posizione in campo di Palacio lo potranno avere anche gli acciacchi settimanali dei compagni di reparto: a Milano, in assenza di Sansone, l’argentino è stato utilizzato come esterno sinistro offensivo del 4-2-3-1 fino a quando i crampi non lo hanno costretto alla resa, dopo una prova intelligente quanto generosa. L’ex Villarreal oggi dovrebbe tornare in gruppo, ma andranno valutate altre due situazioni: Santander è fermo per un affaticamento al polpaccio ereditato dalla battaglia di Milano e solo domani — oggi si allenerà ancora a parte — si capirà se sarà disponibile o meno per il Genoa, mentre sembra più lieve il problema occorso a Orsolini (affaticamento al polpaccio anche per lui) che oggi potrebbe già rientrare in gruppo.
Una sorta di «ballo della scopa» rossoblù dove l’unica certezza è che il Trenza non finirà mai con la scopa in mano, ovvero in panchina: a San Siro ha giocato largo a sinistra con Orsolini a destra, ma con Sansone abile e arruolato sull’out mancino potrebbe anche invertire la fascia venendo dirottato senza problemi a destra, con Orsolini ed Edera di rincorsa. Poi c’è l’opzione del finto centravanti: la provò Inzaghi a Ferrara, con Palacio centrale nel 4-3-3, e ne scaturì un gol fondamentale nella corsa-salvezza: ieri in allenamento Mihajlovic ha schierato Destro e Falcinelli al centro dei due tridenti con Palacio esterno destro ma l’opzione del Trenza come riferimento centrale dell’intero reparto non è affatto scartata. Dall’Inter al Genoa: una settimana che rappresenta un tuffo nella sua storia in serie A (in Liguria ha segnato 35 gol in tre anni) con la certezza di essere fondamentale in ogni ruolo.