Le cena perfetta di San Valentino
I consigli di Simona Artanidi, esperta di bon ton e galateo, per San Valentino (e non solo)
L’arrivo di San Valentino è una golosa occasione per rinfrescare, con l’aiuto di una specialista, le buone maniere a tavola. Simona Artanidi, fondatrice di Etiquette Italy, consiglia di partire dalle basi, quindi dal cervello. «Se faccio pensieri eleganti, l’eleganza si rifletterà nei miei gesti e nel linguaggio del mio corpo: quindi se ci prepariamo a una cena ponendo l’attenzione sull’altro, partiamo con il piede giusto».
Gli ostacoli sono comunque dietro l’angolo. «Tre elementi possono boicottare la cena: il cellulare, che è diventato un’arma impropria e che va tenuto da parte (l’attenzione deve essere sulla persona che abbiamo di fronte), la carenza di savoir faire (ossia mangiare male, muoversi male e comportarsi male) e poi i soldi». Il tema del conto va risolto prima. «Se non è chiaro chi paga si crea imbarazzo: la regola per togliere i soldi dal tavolo è avvisare prima con una frase del tipo “sei mia ospite”: l’importante è prevenire quindi si può eventualmente pagare alla romana (se l’altro insiste per dividere) ma va deciso prima».
Esiste un codice anche per l’ingresso e l’uscita dal locale. «L’uomo precede la donna, fa il proprio ingresso per primo e le apre la porta. Quando esce è il contrario: l’uomo apre la porta alla donna che esce per prima».
Ha un valore la scelta del posto a tavola. «Quello d’onore ha le spalle rivolte contro il muro e un’ottima visuale che controlla il locale: è da offrire al festeggiato in caso di compleanno o alla propria metà, in una cena a due».
Se il cellulare deve rimanere in borsa o nella giacca, il tovagliolo va appoggiato subito sulle gambe. «E nasce per essere utilizzato, quindi usiamolo...», fa presente Artanidi. «Se la donna ha il rossetto, le si consiglia di usarne solo un lato: a fine pasto lo appoggerà a sinistra del piatto dalla parte pulita, se si alza per andare alla toilette lo lascerà sulla sedia (sempre dal lato pulito)».
Per evitare di conteggiare i rebbi come Julia Roberts in Pretty Woman, ricordatevi che «il bon ton ha una logica»: «Le posate seguono le mani e le portate». E per non farvi portare via il piatto, memorizzate due orari: «Se non ho finito ancora di mangiare posiziono le posate come lancette sulle 16.40,quando invece ho concluso sulle 18.30».
Se la cena è a casa, l’etichetta vorrebbe che ci presentassimo con un dono. «Diciamo che è gradito: vanno bene una buona bottiglia di vino o cioccolatini o pasticcini quindi tutto ciò che può rendere dolce la serata. Non i fiori: quelli vanno mandati il giorno dopo per ringraziare della bella serata».