Gualmini e il caos Reddito M5S: al sociale servono più risorse
La vice di Bonaccini: «Stiamo ancora negoziando. I navigator? Toccherà alle Regioni assumerli»
Per ora la Regione riguardo al Reddito di cittadinanza ha una sola certezza. «Se con questa misura il governo libererà delle risorse, di sicuro le destineremo a interventi di natura sociale, perché sono ancora tante le priorità dei cittadini da soddisfare».
Elisabetta Gualmini, vice presidente della Regione e assessore al Welfare, fa riferimento ai 33 milioni di euro per il 2018 e ai 35 milioni per il 2019 che Viale Aldo Moro ha messo a disposizione per finanziare il Res, il Reddito di solidarietà, che da aprile sarà sostituito dalla nuova misura voluta dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Chi vorrà, però, potrà ancora usufruire fino a marzo della misura regionale, nel frattempo integrata con quella nazionale (il Rei del governo Gentiloni). Poi entrambe verranno archiviate per lasciare il posto al Reddito di cittadinanza. Negli uffici di viale Aldo Moro sembra essere questo al momento l’unico punto fermo, a quasi due mesi dall’entrata in vigore del Reddito di cittadinanza, che interesserà (diversamente dal Res) i nuclei familiari con Isee fino a 9.360 euro, chi ha un patrimonio immobiliare (diverso dalla prima casa) fino a 30 mila euro e un patrimonio finanziario inferiore ai 6 mila euro. «Martedì è in programma un incontro con Di Maio allargato al sociale e al lavoro, perché la Conferenza Stato Regioni deve ancora dare un parere sul decreto, siamo ancora nella fase di negoziazione». Al termine di quell’appuntamento, Gualmini spera di poter ricevere dal ministro maggiori delucidazioni sull’applicazione della misura. «Personalmente non sono contraria a una forma di reddito minimo di inclusione. Ma ho molte perplessità su questo nuovo strumento, mi chiedo se in una fase di recessione sia sostenibile a lungo senza essere accompagnato da politiche di sviluppo». La vice presidente della Regione non è nemmeno convinta della natura stessa del Reddito, «di fatto un sussidio di disoccupazione». Ma al netto delle considerazioni politiche, sono quelle più operative che in questa fase impensieriscono la Gualmini, che sta seguendo la pratica assieme all’assessore alla Formazione e al Lavoro Patrizio Bianchi. Su tutte, l’uso dei navigator, che avranno il compito di far rispettare agli assegnatari del Reddito gli obblighi previsti dal decreto. «Parliamo di 4 mila giovani disoccupati che non si sono mai occupati di inserimento lavorativo e che da precari dovranno trovare e offrire un lavoro stabile a milioni di persone. Tutto molto surreale». Ed è «bizzarro» che dopo due anni i navigator, selezionati da un’agenzia nazionale, «dovranno essere assunti dalle regioni, che non gradiscono questa decisione». Nel frattempo, c’è ancora tutto febbraio e marzo per poter accedere al Res. «E chi lo ottiene adesso — ricorda Gualmini — potrà usufruirne per i prossimi 18 mesi».