Stazione, Rfi frena sui tornelli
L’ad dell’azienda: «Sono contrarissimo, si tratta di luoghi per loro natura accessibili»
La strada dei tornelli in stazione, ipotesi di cui si parla ormai da un paio d’anni, non è poi così spianata. Se solo pochi mesi fa in Prefettura si dava ormai per prossima la loro installazione per filtrare gli accessi e garantire maggiore sicurezza ai frequentatori dello scalo ferroviario, in casa Rfi si nutrono molti dubbi. «Sono contrarissimo», ha detto ieri l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile al convegno sul Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums).
Pochi mesi fa in Prefettura si dava per prossima l’installazione delle «barriere»
” Gentile Sicurezza e decoro sono all’ultimo posto nella classifica dei requisiti necessari a uno scalo ferroviario perché sia ben integrato con la mobilità urbana
La strada dei tornelli in stazione, ipotesi di cui si parla ormai da un paio d’anni, non è poi così spianata. Se solo pochi mesi fa in Prefettura si dava ormai per prossima la loro installazione per filtrare gli accessi e garantire maggiore sicurezza ai frequentatori dello scalo ferroviario, in casa Rfi si nutrono molti dubbi sull’opportunità di «blindare» la stazione centrale. «Sono contrarissimo», ha detto ieri l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile, intervenendo al convegno sul Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums).
I dati, infatti, a sentire le Ferrovie, dimostrano che «coloro che non utilizzano il sistema ferroviario non lo fanno prevalentemente perché non riescono a raggiungere la stazione. Quindi il vero problema è la possibilità che questo oggetto sia integrato con la mobilità urbana». L’ad di Rfi elenca diversi punti: agevolazioni per i parcheggi nelle vicinanze, orari dei bus coordinati, servizi navetta, diminuzione del rischio di ritardi e anche «maggior sicurezza». Ma Gentile è chiaro: «Sicurezza e decoro sono all’ultimo punto, lo dico qui a Bologna, dove si sta pensando di chiudere e blindare la stazione. Io personalmente sono contrarissimo, perché il grande successo del trasporto ferroviario è la facilità d’uso». Ed è su questa facilità rispetto per esempio all’aereo che puntano le Ferrovie per guadagnare clienti. «Il treno quale vantaggio ha? — continua Gentile — È facilmente accessibile: si va in stazione e si sale. Per prendere l’aereo bisogna organizzarsi una settimana prima invece». Quindi, avverte l’ad di Rfi, «attenzione a mettere avanti un problema che invece per i clienti non è poi così importante. È molto più importante poter raggiungere la stazione facilmente».
Durante il convegno del Pums, dove si è parlato della mobilità del futuro nella Città metropolitana, ieri il chimico Vincenzo Balzani ha «bacchettato» Tper per i recenti annunci sull’acquisto di nuovi bus a metano: «Dal punto di vista ambientale — ha detto il professore emerito di Unibo — il metano una gran mano non la dà, sono quindi contento che con il Pums abbiamo puntato sull’elettrico». Pronta la risposta della presidente di Tper Giuseppina Gualtieri: «Noi non abbiamo certamente sposato il metano. La transizione verso l’alimentazione elettrica la vogliamo fare». Ci vorrà tempo, ha detto anche l’assessore alla Mobilità del Comune, Irene Priolo: «Nel 2020 inizieremo, ma non riusciremo a cambiare tutto il patrimonio».
Intanto ieri Tper ha diffidato Helmut Moroder, l’ex amministratore unico di Srm che il 31 gennaio durante un’audizione in Regione aveva criticato il costo per lui eccessivo del servizio di trasporto bus a Bologna. «Basta, così danneggia l’azienda», ha detto Tper. Ma ieri in un’udienza conoscitiva in Comune l’ex manager ha ribadito le sue critiche.