Il sondaggio del Pd che premia solo i sindaci
Nelle rilevazioni, affidate al Cattaneo, lo iato tra amministratori e partito
Sindaci dem che intercettano «un gradimento positivo o molto positivo». E che staccano in maniera nettissima il proprio partito. È questo il quadro che emerge da alcune rilevazioni interne al Pd in vista delle Amministrative di primavera.
Non c’è solo il giudizio positivo sull’amministrazione regionale, al 62% secondo l’ultimo sondaggio di Ipsos per il Corriere di Bologna, a consolare i Democratici dall’essersi risvegliati in una regione dove la fiducia degli elettori indica la Lega come primo partito (23%). Da qualche mese, infatti, circolano sulle scrivanie dei dirigenti del Pd alcuni sondaggi che, per quanto limitati a singoli casi territoriali, dimostrano una tenuta delle amministrazioni guidate da sindaci democratici decisamente superiore a quella che il partito continua a registrare nei sondaggi, soprattutto nazionali. Numeri che spingono molti nel Pd a guardare alle Amministrative di primavera, se non con ottimismo, quantomeno senza troppa angoscia. Sempre che un eventuale election day, accorpando le Amministrative alle Europee del 26 maggio, non si trasformi in un boomerang che riverserà sulle sfide nei Municipi la generale sfiducia verso il Pd nazionale.
Nei giorni scorsi era stato il segretario regionale del Pd Paolo Calvano a sottolineare che «nelle ricerche da noi fatte negli ultimi mesi sui vari Comuni emergono, rispetto al voto politico nazionale, una tenuta locale più consistente del Pd e qualche difficoltà in più per Lega e M5S». Il segretario regionale del Pd era rimasto abbottonatissimo sugli autori delle rilevazioni in campo e, ancora di più, sui numeri di queste ricerche. Ma in Emilia-Romagna le AmmiComuni nistrative sono da sempre una sorta di referendum sulla tenuta di quello che oggi è il Pd e che prima è stato il Pci-PdsDs: basti ricordare che 34 dei 35 Comuni al voto con oltre 15 mila abitanti sono amministrati da giunte di centrosinistra. E così l’attenzione dei Democratici è tanta. Come il passaparola tra i dirigenti, che nei giorni scorsi hanno visto alcune di queste rilevazioni. Al lavoro, per conoscere il sentiment degli elettori rispetto ai sindaci uscenti, c’è per esempio l’Istituto Carlo Cattaneo. Che ha in ballo quattro indagini (due sono state già chiuse) su altrettanti della Città metropolitana che andranno al voto in primavera. Il direttore del Cattaneo, Maurizio Morini, non entra nei dettagli ma conferma che a emergere è innanzitutto la presenza di «giudizi sostanzialmente positivi, e in un caso molto positivi, sull’operato dell’amministrazione uscente, indipendentemente dall’orientamento politico di chi ha risposto». Anche i potenziali elettori di Lega e M5S, insomma, promuoverebbero le amministrazioni uscenti di centrosinistra, attribuendo al sindaco «un gradimento positivo o estremamente positivo». Un dato, secondo il direttore del Cattaneo, non andrebbe però trascurato. «In alcuni casi emergono quote non trascurabili di persone che devono ancora mettere a fuoco la propria scelta». Gli indecisi, insomma, sono ancora molti: un dato che si aggira attorno al 30%. Ma a quattro mesi, se non addirittura di più, dal voto «è normale che la quota di chi deve ancora sciogliere la propria riserva sia ancora alta», sottolinea Morini, che aggiunge un’altra considerazione rispetto ai primi risultati arrivati dalle indagini del Cattaneo. Cioè l’esistenza di «un trend complessivo di propen-
75 Per cento Il gradimento che sarebbe stato registrato per il sindaco di Castel Maggiore Belinda Gottardi, con uno stacco di almeno 40 punti rispetto al Pd