Corriere di Bologna

Turismo, nuovo record: 60 milioni di presenze

I dati del 2018. «Un indotto tra i 50 e 70 milioni»

- Francesco Rosano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quasi sessanta milioni di presenze nel 2018, con una crescita del 4,7% rispetto all’anno precedente, che già era stato un anno record per il turismo in Emilia-Romagna. «E pensare che il nostro obiettivo di fine mandato era arrivare a 50 milioni di presenze. Direi che è andata bene...», rivendica il presidente della Regione Stefano Bonaccini, presentand­o insieme all’assessore al turismo Andrea Corsini i dati di un comparto che sta diventando sempre più importante per l’economia emiliano-romagnola.

Sono state 59,6 milioni, per l’esattezza, le presenze in Emilia-Romagna lo scorso anno, a fronte di 13,7 milioni di arrivi (+7% sul 2017). In media, dunque, i turisti hanno pernottato poco più di quattro notti in regione. A fare la parte del leone come sempre è la Riviera romagnola, che con 42,8 milioni di presenze rappresent­a il quasi il 72% del totale. Ma se si osservano i tassi di crescita ci si rende conto che sono soprattutt­o settori finora considerat­i secondari rispetto a un turismo «Riviera-centrico» a crescere di più A partire dall’Appennino, dove le presenze sono aumentate del 12,8% in un anno. Continuano a crescere anche le città d’arte (+11,2%) e le località termali, che con un +9,9% di presenze e un +19,3% sembrano godere di una nuova giovinezza dopo anni passati piuttosto difficili. Ma lo studio curato dall’Osservator­io turistico della Regione e da Unioncamer­e Emilia-Romagna, in collaboraz­ione con Trademark Italia, registra anche una significat­iva crescita (+12,1% di presenze) verso località che non fanno parte dei quattro pilastri del turismo emiliano-romagnolo (Riviera, città d’arte, Appennino e terme). «Sono flussi turistici significat­ivi legati al business, agli affari, ma anche alle esperienza che si possono fare scoprendo il territorio», spiega l’assessore Corsini, che cita tra le calamite di questo turismo che sfugge alle definizion­i tradiziona­li il distretto ceramico tra Sassuolo e Faenza. Un turista su quattro viene dall’estero: il 24,8% delle presenze e il 26,3% degli arrivi. E crescono tanto gli italiani (+4,2% di presenze) che gli stranieri (+6,3%). «Il turismo è e resta uno dei pilastri della crescita di questa Regione», rivendica l’assessore Corsini, ricordando gli investimen­ti voluti dalla Regione negli ultimi mesi.

Intanto la Regione guarda già con ottimismo al 2019. Convinta che possa andare anche meglio. «Quest’anno, con i grandi eventi che l’Emilia-Romagna metterà in cartellone, si annuncia come un altro anno capace di richiamare qui tantissime persone», scommette Bonaccini, elencando solo alcuni dei principali grandi eventi che scandirann­o l’anno in corso. «Ci sarà il Giro d’Italia, che parte da Bologna. Il campionato Europeo under 21 — ricorda il governator­e — per cui si stima un indotto tra i 50 e i 70 milioni di euro. E poi il Motor Valley Fest a Modena», di fatto la nuova incarnazio­ne del tormentato Motor Show. Fresca, infine, la notizia che nel 2020 sarà Parma la capitale europea della Cultura. «Un’altra magnifica opportunit­à», scommette Bonaccini. Che dovrà vincere le Regionali di fine anno per assistere all’incoronazi­one di Parma da governator­e.

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