Confindustria in piazza con i sindacati
Caso trivelle
Anche una delegazione di industriali sarà oggi in piazza, a Roma, al fianco di Cgil, Cisl e Uil. E sarà un vero e proprio inedito: si tratta di Confindustria Romagna che aderisce alla manifestazione nazionale dei sindacati: «per contestare le politiche adottate dal governo nel Dl Semplificazioni» e in particolare lo stop alle trivelle: un «suicidio industriale», ripete il presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli: «Nessun imbarazzo» ad affiancare i sindacati: «In questa fase è assolutamente importante essere uniti, difendere insieme crescita e lavoro». convinta domanda del mercato, che dimostra di apprezzare sempre più il made in Italy delle nostre vernici, con un export che nel 2018 ha raggiunto gli 80 milioni di euro». Con il nuovo sito, l’intera superficie su cui si estende Renner raggiunge ora i 98 mila metro quadri. Solo quattro mesi fa, Renner aveva aperto i battenti della nuova Academy Hall, uno spazio di 1.600 metri quadri. Ampliamenti che, ricorda il sindaco Minganti, hanno sempre avuto l’appoggio della amministrazione che negli anni ha anche approvato varianti urbanistiche che consentissero gli investimenti della Renner, che tra l’altro ha chiuso il 2018 con numeri molto positivi: 120 milioni di euro di ricavi e un contratto integrativo che porterà ai lavoratori un premio di risultato di 2.950 euro. Sul fronte dell’occupazione, nel 2019 si provvederà ad assumere 20 nuovi lavoratori. Ora la nota stonata, quella che la Renner definisce un affaire Tari e per il quale vuole portare il Comune in tribunale. L’azienda ritiene «che il sindaco abbia leso l’immagine e la reputazione del marchio e per questo chiede un risarcimento di 1.158.812 euro da devolvere in beneficenza».
Quel milione e passa sarebbe la cifra che secondo Aldrovandi la Renner dovrebbe pagare di Tari al Comune. «Non capisco questa assurda polemica — ribatte Minganti — Il nostro accertatore ha bussato alla porta della Renner per verificare l’attività svolta e calcolare l’importo della Tari, ma l’azienda non ha aperto. Come tutti, anche Renner deve pagare i tributi. La somma che dovranno pagare è però di tutt’altra entità: nella peggiore delle ipotesi sarà di 50mila euro sui 5 anni» qualora si riscontrassero irregolarità. Come già avvenuto peraltro nel 2013.