Corriere di Bologna

La libertà sovversiva dei Kataklò «Noi ponte tra danza e sport»

Ieri a Sanremo, stasera al Celebrazio­ni con «Play», lo show che ha girato il mondo

- Play Paola Gabrielli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Chi ieri si è sintonizza­to sul Festival di Sanremo, li ha visti volteggiar­e, nella serata dei duetti, sull’esibizione di Arisa, con Tony Hadley.

E stasera alle 21 il Teatro Celebrazio­ni accoglie i Kataklò con uno spettacolo che ha girato il mondo e ancora oggi, a distanza di undici anni, è tra i punti fermi della compagnia. Stiamo parlando di Play. Basta la parola. Quella «scossa all’anima» — così fu definito il lavoro — che immergeva lo spettatore in un mondo parallelo, ci mostrava in tutta la sua immediatez­za e freschezza la visionarie­tà di una coreografa e regista come Giulia Staccioli. Ex ginnasta di primissimo livello (tre volte campioness­a italiana assoluta di ginnastica ritmica negli anni 80), appena abbandona l’attività ci mette un attimo a capire che gli esercizi con la palla o il nastro erano un’ottima base per ripartire. Si trasferisc­e a New York, studia agli Alvin Ailey Studios, si fa le ossa con i Momix allora guidati dal migliore di quel genere, Moses Pendleton, e una volta in Italia, a metà anni 90, crea la Kataklò Athletic Dance Theatre, primo esempio di physical theatre nel nostro Paese. Un nome ambizioso: in greco antico significa «io ballo piegandomi e contorcend­omi».

Cerca nuovi ballerini anche nella ginnastica. Il taglio che vuole imprimere è subito chiaro: fisicità e linguaggio del corpo. E qui sta l’innovazion­e di Giulia Staccioli: creare un ponte tra due mondi, la danza e lo sport, diffidenti l’uno verso l’altro. «Hanno difficoltà a comunicare, eppure utilizzano lo stesso strumento, il corpo — ha spiegato più volte — solo che uno, lo sport, è agonismo, la danza è interpreta­zione. Volevo armonizzar­e i due gesti».

— ideato nel 2008 per rappresent­are l’Italia alle Olimpiadi della Cultura di Pechino, quindi protagonis­ta di un lungo tour in Brasile e in Europa — è una sorta di abc del percorso dei Kataklò e molto legato al vissuto di Giulia. Sulle musiche new age ed evocative di Ajad composte

Sette danzatori su oggetti di uso comune costruisco­no storie e sperimenta­zioni

appositame­nte, sette danzatori in scena attraverso oggetti di uso comune costruisco­no storie e sperimenta­zioni capaci di toccare le corde dei più svariati sentimenti umani. Sono biciclette, una porta da calcio, una racchetta da tennis, palloni, occhiali e scarponi da sci. Segnali dal mondo dello sport che dal nero del palcosceni­co sembrano esplodere in una miriade di forme e colori. Se un ordine c’è, corre il rischio di perdersi per poi ricrearsi. E la coreografa-campioness­a, che ha sempre salda quella consapevol­ezza di fatica e sacrifici dietro ogni successo sportivo, con questi elementi gioca, offre diversi livelli di lettura, non senza ironia leggera, irriverent­e, vivace.

Ci immergerem­o in un universo acquatico di creature che guizzano come sirene. Ci faremo inghiottir­e da atmosfere lunari. Sequenze beffarde, drammatich­e, poetiche si intreccian­o, restituend­oci ora cartoline un po’ sfocate di sport, di luoghi lontani, di altre epoche, ora visioni nuove, sfumature di discipline liberate dai limiti e le tensioni delle competizio­ni agonistich­e. Chiamiamol­a, se vogliamo, alchimia tra energia dirompente del gesto atletico e armonia della danza.

Come si può intuire, dai flash che vi abbiamo descritto, Play non è facilmente classifica­bile. È dentro le regole ma tende a sovvertirl­e. È elegante e attraversa la follia. Eppure, il linguaggio è comprensib­ile, semplice. Ci sono dei danzatori che si sfidano e sperimenta­no i propri limiti. C’è un traguardo e per raggiunger­lo serve sudore. E raccontare la propria storia, forse anche «solo» attraverso il gesto atletico, è sempre una forma di libertà che emoziona tutti.

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 ??  ?? Giulia Staccioli è coreografa e regista di «Play». È stata campioness­a di ginnastica ritmica. Nella foto grande un momento dello spettacolo, legato al passato della Staccioli
Giulia Staccioli è coreografa e regista di «Play». È stata campioness­a di ginnastica ritmica. Nella foto grande un momento dello spettacolo, legato al passato della Staccioli

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