Corriere di Bologna

Come racconto gli esclusi»

Stasera al San Filippo: «Do vita agli oggetti di scarto»

- Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Oggetti di scarto, trovati presso sfasciacar­rozze, officine, mercatini dell’usato, rianimati dallo scultore e regista Giovanni Albanese, narrati da Ascanio Celestini, affabulato­re irresistib­ile. Stasera alle 20.30 all’oratorio San Filippo Neri i due daranno voce e corpo alle figure del loro libro L’armata dei senzatetto, edizioni Contrasto (ingresso libero).

Celestini, come vi siete incontrati con Giovanni Albanese e come avete deciso di fare il libro?

«Ci siamo incontrati e basta. Senza libri da scrivere, mostre da allestire. Ci ha presentato Chiara Melloni. Nello studio in cui lavora e vive Giovanni ci sono i personaggi che escono dalla sua testa e anche dalle sue mani. Da quel momento ho cominciato a scrivere le biografie di quei pensieri e pezzi di ferro assemblati».

I «senzatetto» raccolti da Giovanni Albanese, documentat­i con belle fotografie, sono oggetti di recupero. Come li ha fatti rivivere?

«Come un investigat­ore che ha il compito di scoprire la vita di qualcuno. Quelle vite me le sono inventate, ma l’ho fatto col rispetto di chi le deve solo osservare».

Lei dà anima e vita a oggetti «senza vene e cuori che pompano sangue»...

«Sono raccontini. Non abbiamo l’ambizione di credere che questi oggetti e le loro storie possano trovare posto tra le parole difficili degli accademici. Ammesso che ci siano ancora gli accademici. Ammesso che ci siano ancora parole difficili. Sono personaggi piccoli. Il Cavaliere ha sei zampe, ma solo due sono le sue. Il Pazzo si muove di notte in un paese senza lampadine tra l’ospizio e la bocciofila. Macho vince la guerra da solo perché ritorna vivo da dove era partito. Tutti camminano in una direzione qualunque, ma finisce che la strada sbagliata sia quella lungo la quale si riesce a camminare leggeri».

E che cos’è il «violinista» o il «call center»?

«Sono gli sbagli che immaginiam­o di aver fatto. Le questioni che crediamo di aver capito. Le riposte che pensiamo di aver ricevuto. E invece sono solo le voci che parlano nella nostra testa».

E «Vota Antonio» e «Autoritrat­to 2000»?

«Il primo è un comizio senza senso. Non è differente dalla narrazione globale di fronte alla quale ci troviamo quotidiana­mente. È solo più onesta. Non finge di raccontare qualcosa. “Autoritrat­to 2000” è Giovanni. Se lo specchio fosse trasparent­e si vedrebbe così».

Non è che con questo dare vita a vecchi oggetti accantonat­i ci vuole dire che noi spesso degradiamo a cose senza valore gli emarginati?

«Un cittadino sporge denuncia: “144 migranti hanno lasciato il ministro degli Interni per giorni in mare vietandogl­i di scendere a terra”. Il carabinier­e fa: “Vorrai dire che è stato il ministro a lasciare i migranti in mezzo al mare”. “Però l’hai detto tu!” risponde il cittadino».

” Con Giovanni Albanese narriamo il nostro libro «L’armata dei senzatetto»

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Ascanio Celestini Sopra la copertina

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