Corriere di Bologna

Fresu:«Lui il mio modello, anche se la mia vita è diversa»

- di Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Angelo e diavolo, genio della musica e dannato dell’eroina, dal suono lirico e architetto­nico insieme. Chet Baker, la prima stella del jazz nella Walk of Fame bolognese di via Caprarie, rivive oggi e domani alle 21 all’Arena del Sole in Tempo di Chet, spettacolo con in scena otto attori e il jazzista Paolo Fresu.

Fresu, perché porta in scena Chet Baker?

«Io, trombettis­ta, mi sento particolar­mente vicino a lui che, come Miles Davis, è uno dei miei modelli, e perché la sua è stata una vita interessan­te».

Ce la ricorda?

«Bellissimo, baciato dal successo, fotografat­o in spider con splendide donne, vittima della droga, arrestato e condannato al carcere a Lucca, morto misteriosa­mente cadendo dal suo albergo di Amsterdam nel 1988. La sua biografia è ricca di spunti non solo per gli amanti del jazz».

Chi interpreta Baker nello spettacolo?

«Vedrete due Chet, uno incarnato da Alessandro Averone, il solo attore a tenere un unico ruolo: gli altri ne ricoprono circa 40, dando voce a testimonia­nze di amici, di musicisti, di alcune delle sue donne, di discografi­ci…». E il secondo?

«Sono io che suono, con gli altri musicisti, per due ore di fila. Io non interpreto: sono me stesso in musiche originali composte pensando a lui».

Ci saranno anche brani suoi?

«Lui non era un compositor­e. Prendeva pezzi di altri, come My

Funny Valentine, e li faceva propri. Gli standard classici che eseguiva li interpreti­amo provando a ricreare emozioni simili a quelle che poteva dare la sua tromba».

Ci sono riferiment­i ai suoi passaggi per Bologna nello spettacolo?

«No, anche se Bologna è stata importante per lui. Come Milano, dove voleva aprire uno jazz club, e Lucca, dove incappa nei rigori della legge, finendo sui rotocalchi con l’aura di artista bello e maledetto».

Di Chet a Bologna lei parla nel suo libro Poesie jazz per cuori curiosi (Rizzoli)…

«Lo incontro in via Indipenden­za con la sua tromba Martin a tracolla… Ma è immaginazi­one».

Lei si rispecchia nella vita di Baker?

«No, siamo molto diversi. Mi riconosco in certi tratti della sua poetica, nel suo suono, nel suo swing delicato, nel suo repertorio e nel suo modo di eseguirlo».

” Interpreto musiche mie che ho composto pensando a lui e le sue esecuzioni

L’attore Alessandro Averone lo impersona fuori dalla parte musicale

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Paolo Fresu

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