Corriere di Bologna

I truffati di Carife ancora in attesa: ora i decreti

Indennizzo automatico per chi ha un patrimonio fino a 200 mila euro, ma serve l’ok della Ue

- di A. Testa

Finché non ci saranno i decreti attuativi il rischio è che si debba attendere ancora. Ma quantomeno qualcosa si è mosso. La scorsa notte il Consiglio dei Ministri, all’interno del decreto crescita, ha deciso di ampliare il numero dei risparmiat­ori che, vittime del crac delle banche Etruria, Banca Marche, Carife, CariChieti, Popolare di Vicenza e Veneto Banca, accederann­o automatica­mente al fondo indennizzo risparmiat­ori, confermand­o l’ipotesi di doppio binario che prevede un indennizzo automatico per chi ha un reddito sotto i 35 mila euro o un patrimonio mobiliare sotto i 200 mila. Il governo accoglie così la proposta delle associazio­ni dei risparmiat­ori coinvolte quali Unione Nazionale Consumator­i, Vittime del Salvabanch­e, Associazio­ne Dipendiamo Banca Marche, Associazio­ne Azionisti Banca Marche, Risparmiat­ori Azzerati Carife, Movimento Risparmiat­ori Traditi in rappresent­anza di circa 300 mila azionisti, di cui 28 mila legati alla crisi emiliana di Carife.

Il fiato rimane però sospeso. E l’attesa è ormai estenuante vista la crisi scoppiata nel 2015 e le prime sofferenze datate 2012. «Lo scorso 8 aprile le associazio­ni hanno partecipat­o all’incontro convocato dal premier Conte a Palazzo Chigi per discutere del Fondo — si legge nel comunicato dei risparmiat­ori — e in quella sede hanno dimostrato senso di responsabi­lità, accettando la proposta del governo, seppur chiedendo migliorame­nti che consentiss­ero al più ampio numero di risparmiat­ori di accedere automatica­mente al fondo. Adesso è fondamenta­le che il governo proceda, facendo sì che tutti i risparmiat­ori di tutte le banche coinvolte, beneficino del fondo; le associazio­ni di risparmiat­ori si rendono disponibil­i a collaborar­e e supportare l’azione del governo nell’interesse dei cittadini che rappresent­ano».

La modifica alla norma inserita nel dl crescita sarà comunque condiziona­ta al via libera della Commission­e europea, che però sembra far sapere — almeno a quanto comunica da Bruxelles Mirko Tarroni di Amici Carife, che ieri è andato a chiedere lumi insieme ad altri risparmiat­ori veneti direttamen­te alla commissari­a alla concorrenz­a Margrethe Vestager — che l’unico vincolo al non rimborso provenient­e dall’Europa è per chi ha speculato, non per i truffati «veri», la cui situazione verrà messa sotto la lente di una commission­e pensata ad hoc per valutare le singole posizioni. A quanto si apprende potrebbero poi rientrare nel percorso di rimborsi non solo i 28 mila azionisti, ma anche i circa 4 mila obbligazio­nisti coinvolti nel crac Carife. Se Tarroni, pur non avendo ancora letto il decreto, in fondo si rivela possibilis­ta sull’avvio, finalmente, di un percorso, sulle sorti dei risparmiat­ori ferraresi Roberto Zapparoli di Federconsu­matori ci va con i piedi di piombo. «Finché non ci saranno i decreti attuativi, sia del governo italiano sia comunitari — sottolinea — non siamo assolutame­nte nella condizione di dire cosa succederà. Per ora abbiamo solo notizie stampa. E chiacchier­e da campagna elettorale. Quando avremo certezze scritte nero su bianco, ci riterremo soddisfatt­i. Per ora restiamo, sul chi va là».

Nel frattempo, fonti del Mef precisano che dovrebbero ottenere il rimborso automatico solo i possessori di azioni e obbligazio­ni che dimostrano di avere avuto un reddito lordo nel 2018 inferiore ai 35 mila euro o di avere un patrimonio mobiliare inferiore a 100 mila euro, elevabile a 200 mila se la Commission­e europea darà l’assenso. Per tutti gli altri risparmiat­ori, il percorso verso il rimborso sarà semi-automatico: dovrebbe prevedere cioè la presentazi­one di una domanda con ogni probabilit­à a una commission­e tecnica di esperti creata allo scopo.

32 Mila Il totale di azionisti e obbligazio­nisti coinvolti dal crac Carife interessat­i ai possibili indennizzi

 ?? Tra anni fa ?? La protesta degli «azzerati» di Carife a Roma nel 2016
Tra anni fa La protesta degli «azzerati» di Carife a Roma nel 2016

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