Lettera di 300 genitori: «Reintegri le maestre»
Hanno preso carta e penna e hanno scritto al sindaco Virginio Merola per convincerlo a reintegrare le educatrici precarie escluse dal concorso a settembre. Perché quelle educatrici, loro, i genitori, le hanno «testate» con i loro bambini: non importa se poi, in un concorso con domande di teoria, non hanno superato la prova. In 300 hanno quindi provato a smuovere le acque, inviando qualche settimane fa una lettera direttamente al primo cittadino.
«Egregio signor sindaco, siamo genitori di bambini e bambine che frequentano o hanno frequentato i nidi d’infanzia di Bologna». Inizia così la lettera, che poi ricorda cosa è successo nel concorso di settembre che ha escluso oltre cento educatrici supplenti. «Conoscendo personalmente molto di loro — continuano le famiglie — avendo avuto quotidianamente prova del loro valore, siamo convinti che quel concorso non sia riuscito a valorizzarne appieno esperienza e professionalità. Qualsiasi genitore, inoltre, sa bene che per affidare serenamente i propri figli a un nido è necessario instaurare un rapporto di fiducia tra genitore ed educatore che non si costruisce certamente in poco tempo». Quindi la richiesta: «Come genitori e cittadini siamo a chiederle che l’amministrazione si impegni a indire a breve un nuovo concorso che valorizzi adeguatamente gli anni di servizio prestati nei nidi del Comune in modo da garantire alle educatrici supplenti precarie di continuare a offrire il loro prezioso servizio alla comunità».
La lettera, però, come confermano i Cobas, non ha mai avuto un seguito. Non ci sono stati segnali nè dal sindaco Merola nè dalla Ies. Il prossimo 31 maggio ci sarà un’altra udienza conoscitiva sul tema. «Nella precedente — spiega Gabriele Pinese dei Cobas —, a fine marzo, l’amministrazione comunale non si era presentata, ma il consiglio comunale unanimemente aveva espresso parere favorevole per il riconoscimento dell’esperienza svolta dalle educatrici comunali».