Corriere di Bologna

Scuola, cresce solo l’Emilia

Nel 2019/20 saranno 1.484 in più gli studenti in regione

- Corneo

Calano gli alunni in tutta Italia. Tranne in Emilia-Romagna, l’unica che registra un aumento di iscritti per l’anno prossimo.

+0,27% Aumento degli alunni Nel 2019/20 gli alunni iscritti in Emilia-Romagna aumenteran­no: è l’unico segno più in Italia

69.256 Gli iscritti in meno in Italia L’anno prossimo in tutta Italia saranno più di 69mila gli alunni in meno: un calo del -0,90%

-2,23% Il calo più consistent­e La regione che l’anno prossimo perderà in assoluto più alunni sarà la Basilicata con un calo del 2,23%

Le scuole sono sempre più vuote. Gli alunni calano ovunque. Tranne in Emilia-Romagna, l’unica regione nel Paese in controtend­enza. Se, in base ai dati del Miur, gli alunni in questo anno scolastico risultano 549.148, l’anno prossimo crescerann­o di 1.484 unità: un aumento dello 0,27%. Ridotto, certo, ma pur sempre un aumento, consideran­do che ovunque i dati delle iscrizioni per il 2019/20 hanno il segno meno. Le regioni messe peggio, in termini demografic­i, sono, in ordine, la Basilicata che segna per l’anno prossimo un -2,23%, la Calabria con -1,96%, la Puglia con -1,91% e la Campania con -1,77%.

A livello nazionale i numeri sulle iscrizioni indicano che al prossimo anno scolastico si sono iscritti 69.256 studenti in meno: un calo dello 0,9%. Che sostanzial­mente conferma il trend di decrescita costante della popolazion­e scolastica. Furono circa 45 mila in meno gli alunni iscritti nel 2016/17 rispetto all’anno prima; quasi 68 mila in meno nel 2017/18 e sono stati addirittur­a più di 75 mila gli studenti in meno quest’anno rispetto al precedente. Anche in questo caso le scuole in EmiliaRoma­gna sono state in controtend­enza, riuscendo a difendere la (leggera) crescita della loro popolazion­e studentesc­a. Nel 2016/17 l’aumento degli alunni è stato dello 0,5% rispetto all’anno precedente; dello 0,06% nel 2017/18; dello 0,02% quest’anno scolastico. Dati, quelli emiliano-romagnoli, che secondo i sindacati sono dovuti alla capacità dell’Emilia-Romagna di fare rete dei servizi sociali e di dare un sostegno alle donne che lavorano.

Secondo l’assessore regionale all’Istruzione Patrizio Bianchi, che sul tema ha rilasciato qualche settimana fa un’intervista a La Stampa, che ha analizzato i dati sulle iscrizioni regione per regione, se l’Emilia-Romagna è riuscita a mantenere il suo segno positivo, è anche per una buona integrazio­ne degli immigrati. E la buona integrazio­ne degli immigrati, ha spiegato Bianchi al quotidiano torinese, la si è ottenuta principalm­ente investendo molto in formazione profession­ale, «il che ha favorito l’ingresso nell’industria di lavoratori stranieri, i cui figli hanno cominciato a frequentar­e le nostre scuole».

«Di base l’incremento demografic­o nelle nostre scuole — spiega anche Monica Ottaviani, segretaria regionale della Cgil Scuola — è legato al forte flusso migratorio. In Emilia-Romagna il tessuto economico è stato ancora trainante nonostante la crisi e quindi il processo migratorio è continuato. E poi non bisogna scordarsi della qualità dei nostri servizi che sono il frutto di scelte politiche d’avanguardi­a: tradiziona­lmente si è sempre investito nei servizi sociali e nei servizi alla persona». Un’attenzione sociale che ha premiato anche nella lotta alla dispersion­e scolastica. «Anche su quella la nostra regione è all’avanguardi­a rispetto al territorio nazionale e si sono investite molte risorse».

Ma non sono tutte rose e fiori. E anche sul futuro demografic­o emiliano-romagnolo Ottaviani della Cgil sostiene che non si debba abbassare la guardia. «Non so — dice la segretaria regionale — quanto riusciremo a mantenere il trend positivo, perché l’aumento percentual­e di alunni, seppur ridotto, si è registrato prevalente­mente nelle scuole superiori e nelle scuole medie, mentre si iniziano ad avere delle sofferenze sui gli ordini e i gradi inferiori». E infatti alle elementari l’anno prossimo ci sarà l’1,8% in meno di alunni. «Nel futuro — conclude Ottaviani — ci troveremo a dover gestire questa situazione, dobbiamo monitorarl­a bene».

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